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Omicidio Olivieri: si va in appello

Omicidio Olivieri: si va in appello

Ricorso depositato dal difensore di Forte, condannato a 20 anni. Data da fissare

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E’ ufficiale. L’avvocato difensore di Ivan Forte, il 28enne che il 19 aprile 2012 ha ucciso la compagna Tiziana Olivieri 40 anni nella loro casa di Fontana di Rubiera, ha presentato appello alla sentenza di primo grado, con cui il giovane è stato condannato a vent’anni di reclusione. La data del processo di secondo grande potrebbe essere fissata prima dell’estate.

«Si tratta di un ricorso in appello basato su due punti – spiega l’avvocato Francesco Pagliuso di Lamezia Terme – Innanzi tutto le perizie, che in primo grado non sono state tenuto in pieno conto, ma che concludevano che la capacità di intendere e volere di Forte è grandemente scemata. Ed emergeva, dal punto di vista genetico, la presenza nel suo Dna di tre alleli che rivelano una predisposizione all’aggressività oltre i limiti.

Il secondo aspetto è il mancato riconoscimento dell’attenuante dello stato d’ira come reazione al fatto ingiusto altrui». E spiega: «Ovviamente, non giustifica nemmeno lontanamente la condotta, ma sotto il profilo tecnico rende meno intenso l’elemento soggettivo, influisce sul dolo che diventa di impeto. E dunque può portare a una riduzione della pena». «Queste attenuanti emergono anche dalle deposizioni di alcuni familiari della povera vittima – sottolinea – relativamente ad esempio alla considerazione che aveva di Forte. Come lo schernimento per la sua provenienza dal meridione».

Attualmente, Ivan Forte è rinchiuso in un carcere calabrese. Quel maledetto 19 aprile i due avevano litigato. Poi, Forte aveva messo le mani al collo della comapagna e l’aveva soffocata.

È Per tentare di far passare l’accaduto come un incidente, aveva dato fuoco alla casa. Portando prima in salvo il cane e il figlioletto. Messo alle strette dai carabinieri, aveva infine confessato. (el.pe)