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Modena Corsa al sindaco/1 Ballestrazzi: «I veri grillini siamo noi, altri copiano»

di Davide Berti
Modena Corsa al sindaco/1 Ballestrazzi: «I veri grillini siamo noi, altri copiano»

Modenasaluteambiente.it schiera l’ex Cinquestelle: «Priorità è la partecipazione dei cittadini nelle scelte. Modena è da ripensare e serve una passione concreta»

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Arriva in piazza Grande a bordo della sua bicicletta che è il suo miglior spot per la campagna elettorale, perfetta per chi come lui cavalca l’ambiente come primo punto del suo programma. Vittorio Ballestrazzi, candidato per Modenasaluteambiente.it, grillino della prima ora e ora nemico di Grillo in tutto e per tutto, ci riprova. Dopo cinque anni di consiglio comunale in staffetta con Sandra Poppi si propone come civico doc «perch non abbiamo partiti di riferimento, non abbiamo legami, siamo solo cittadini che vogliono dire la loro senza dover rendere conto a nessuno, ma solo ad una idea di Modena che risponda alle esigenze di chi ci abita e non da scelte della politica che non tengono conto di nulla, se non piegate a logiche di potere che ormai purtroppo conosciamo bene»

Perché si è candidato?

«Mi sono candidato perché a Modena c’è tanto da fare. C’è, ad esempio, una mobilità da rifare, c’è da dedicare tempo a parlare con le persone con passione. C’è da portare avanti un progetto per una amministrazione ferma».

Lontano il passato grillino dell’esordio in politica?

«In realtà ho iniziato un po’ prima, come indipendente nella lista dei Verdi, ai tempi del Wwf. Parlavo di ambiente, per me ambiente vuol dire salute. Lì ho capito che la politica ha bisogno di persone appassionato. Ho provato a mettermi a disposizione. Lì è arrivato l’impegno nei Meet Up di Grillo. Era una esperienza nuova, fatta soprattutto di condivisione, ma è durata meno di quanto speravo. Siamo riusciti ad eleggere un consigliere - il sottoscritto - e a scrivere un programma che oggi i grillini di Grillo ci copiano. E siamo arrivati al nostro impegno in consiglio comunale grazie alle preferenze dei cittadini».

Grillo ora è un nemico, ma lei si sente grillino nell’anima?

«Io sono grillino nella partecipazione, che è il primo punto del nostro programma, e in tutto quello che abbiamo portato avanti in questi anni».

Come giudica i grillini di oggi?

«I grillini di oggi io li rispetto per l’impegno che hanno messo nel portare avanti il loro progetto, ma i tempi sono cambiati. Il candidato sindaco - si riferisce a Marco Bortolotti - ha una anzianità di Movimento di appena un anno e mezzo. È facile salire così sul carro del vincitore. Dovrebbero fare un bagno di umiltà e non considerarsi i depositari della verità».

Perché lei si professa il vero grillino? Che cosa la differenzia dai Cinquestelle?

«Con Grillo i Cinquestelle sono come una grande catena: hanno il marchio della holding che è conosciuto, ma dentro non c’è nulla. Quando frequentavo io i grillini posso dire che per cinque anni si sono prese insieme decisioni e si sono fatti progetti. Loro non hanno aggiunto nulla: basta guardare il loro programma e vedere che hanno fatto copia incolla del patto per la sicurezza di cui io parlo da anni in consiglio comunale. Loro non hanno aggiunto nulla. Noi, invece, nel nostro simbolo abbiamo inserito la sesta stella, che vale come simbolo di esperienza. Ñoi sappiamo mettere le mani sul Comune perché lo conosciamo, senza il bisogno di dover aspettare due anni per capire come funziona la macchina».

Come sintetizza il suo programma?

«Con un motto che rubo dalle canzoni di Gaber: se potessi mangiare un’idea avrei fatto la mia rivoluzione. E ancora: la libertà è partecipazione e non stare sopra un albero».

La priorità?

«L’ho detto, partecipazione. Non si può fare niente senza coinvolgere il cittadino».

In concreto?

«La raccolta porta a porta è uno dei punti sui quali insisto da sempre. Una raccolta con tariffa puntuale è prima di tutto una risorsa per le aziende: decidono loro a chi affidare il servizio, fanno diventare i rifiuti una risorsa e possono scaricare il 10 per cento di Iva. Nel 2013 il ricarico subito dalle aziende è stato del 13,5 per cento, pensate cosa avrebbe significato avere anche solo questa possibilità».

È la sicurezza uno dei punti sui quali contate di più.

«Certo, perché a Modena si sente il bisogno di questo, basta camminare per strada. Faccio un esempio: la prima cosa che chiederò è che venga attuata la sala operativa unica, perché è impensabile che ogni forza proceda per suo conto senza sapere cosa fanno le altre. Coordinare quindi, e tornare nei quartieri, dove i vigili non si vedono più».

Parliamo del Comune che vorrebbe.

«Non servono figure in più, non serve la sovrastruttura. Valorizziamo i dipendenti che abbiamo. E facciamo senza direttore generale, che è uno spreco di denaro, come il numero di dirigenti: si possono ridurre del venti per cento senza creare problemi al funzionamento della macchina».

In campagna elettorale, come anche nei suoi anni di consiglio comunale, ha battuto molto sul tema di Hera.

«Modena deve contare. Ma non in termini numerici: abbiamo già quattro consiglieri su 14, bastano. Se Hera risponde alle esigenze del Comune bene, altrimenti si deve andare altrove. In 20 anni sono stati svenduti beni alla multiutility come la rete di illuminazione, l’energia, il gas, c’è il caso inceneritore. Abbiamo l’acqua perché la manutenzione costa troppo. Questo è uno dei punti dei primi 100 giorni, perché Modena la sua energia deve arrivare a produrla per se stessa, mettendo un pannello solare su ogni tetto. Queste sono proposte, ne abbiamo altre. Se invece sentite Muzzarelli ad ogni domanda risponde dicendo che vuole mettere tutti attorno ad un tavolo. Facciamo pure dei tavoli, continuiamo così, e continueranno a mangiare...».

@dvdberti

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