L’associazione del Cuore/Avo, gli angeli custodi dei degenti in ospedale
Una preziosa opera di aiuto e conforto svolta nelle strutture sanitarie. Oltre 1700 ore di servizio annuo per 250 volontari
Una squadra di oltre 250 volontari presenti da lunedì a sabato negli orari dei pasti in più di 20 reparti tra il Policlinico, il Nuovo Ospedale Civile Sant'Agostino Estense di Baggiovara e l'ospedale di Castelfranco Emilia, per oltre 17000 ore di servizio svolte in un anno. Stiamo parlando dell'Associazione Volontari Ospedalieri (A.v.o.) Modena, che opera in città dal 1986. Le mansioni principali svolte da questi volontari in ospedale sono aiutare i pazienti durante le ore dei pasti, fargli compagnia, portarli a fare una passeggiata e a svagarsi (concordando sempre ogni attività con il personale medico).
Ad ogni volontario che entra a far parte dell'associazione, previa frequenza obbligatoria al corso di formazione gratuito che si tiene ogni anno nel mese di ottobre, si richiede una disponibilità minima di due ore settimanali a servizio dei malati. «Lo scopo di questa associazione è portare un po' di ascolto e conforto nelle corsie ospedaliere: negli anni è aumentato il numero di volontari e di conseguenza i reparti coperti dalla nostra presenza e possiamo dire che fortunatamente il cambio generazionale è a nostro favore, grazie alla collaborazione nei progetti scuola organizzati dal Centro Servizi Volontariato di Modena e a un'ampia partecipazione di aspiranti volontari agli ultimi corsi di formazione» spiega la giovane presidentessa di A.v.o. Modena, Valentina Bertoni.
Valentina ha 25 anni e ha iniziato a fare volontariato in ospedale a 16 anni, attraverso il progetto “Giovani all'arrembaggio” del Csv di Modena: «mi sono avvicinata al volontariato seguendo il progetto Giovani all'arrembaggio e mi sono trovata così bene che da allora non ho più smesso! Nel frattempo ho fatto anche il corso per volontari Avo ed eccomi qui - racconta Valentina, che da maggio 2013 è presidente di A.v.o. Modena - Avrei tanti episodi che valgono la pena di essere raccontati legati a questi anni di attività - prosegue la presidentessa - ma ne ricordo uno che più di tutti mi è rimasto nel cuore e risale ai miei primi anni di volontariato in ospedale, quando conobbi una signora ricoverata in ortopedia, malata di Alzheimer. Un giorno, arrivata l'ora di pranzo, le preparai il vassoio con il pasto e quando il figlio ci raggiunse, mi allontanai per lasciarli soli: a quel punto, però, lui mi richiamò chiedendomi se potevo restare, confidandomi la sua sorpresa nel vedere che in mia compagnia sua madre mangiava, mentre con lui rifiutava spesso il cibo. La signora, essendo malata di Alzheimer, spesso non riconosceva il figlio e questo mi impressionò ancora di più quando, una settimana dopo, portandole nuovamente il vassoio col pranzo, mi riconobbe subito... A me, che sembrava di non aver fatto niente di speciale, la sua riconoscenza e il fatto che nelle sue condizioni si fosse ricordata di me, colpì tantissimo». Ascolto, cortesia e impegno sono le tre parole chiave usate da Valentina per descrivere A.v.o. Modena, associazione che oggi conta 274 volontari di età media 61 anni. «La soddisfazione più grande che ti regala questo tipo di volontariato è il poter essere accanto agli altri, mostrando che tu sei lì per loro se ne hanno bisogno. Spesso le persone che incontriamo sono a letto e sofferenti: riuscire a parlare con loro distraendole anche sono qualche minuto dai loro problemi e scambiare due parole e un sorriso è la soddisfazione più grande - afferma Valentina - Personalmente, mi ha spinto a fare volontariato il desiderio di aiutare gli altri, soprattutto chi è più in difficoltà e a farlo in ospedale, la consapevolezza che c'è bisogno di ascolto e conforto in questa difficile realtà che fin da piccola non mi ha mai spaventato ma, anzi, incuriosito».
Il volontario A.v.o. deve essere una persona sensibile, solidale, con voglia di ascoltare l'altro senza giudicare e nello stesso tempo capace di mantenere il distacco necessario. «È un anno che rappresento l'associazione e questo mi ha consentito, oltre di svolgere il servizio in corsia, di rapportarmi con tutti i volontari conoscendo le loro idee e di conoscere tutte le regole amministrative, contabili e burocratiche che sono necessarie per gestire un'associazione. L'impegno è tanto ma c'è una bella collaborazione tra i volontari che alleggerisce il lavoro e il tempo dedicato all'associazione è assolutamente ripagato dalle tante soddisfazioni».