«Mi hanno massacrato e non so perché»
Il 72enne ha il naso fratturato dai colpi: «Mi sono svegliato al circolo Vivinatura con la faccia che grondava sangue»
Cercare i suoi occhi è come voler trovare una stella in una notte di tempesta. Sono nascosti, infossati nell’incavo che ora, tanto a destra quanto a sinistra, è tutto un gonfiore viola scuro. Un largo cerotto giallo separa quelle grosse “borse” causate dall’ematoma. Protegge, assieme ad un tutore, il setto nasale che è andato distrutto dai pugni. Carlo ha 72 anni, è stato dimesso ieri mattina poco prima della 13 dall’ospedale di Baggiovara. Ha ancora i jeans insanguinati, la maglietta ha macchie fresche di sangue, è a casa. «Sto qui da solo, scusi il disordine». Ma nel piccolo appartamento un gran disordine non si vede, c’è piuttosto un uomo che parla piano, adagio, con i capelli bianchi e la faccia tumefatta. Non è esile, è invece bello solido ma il tono della voce, il portamento, il suo raccontare tranquillo la violenta quanto assurda aggressione che ha subìto, fanno pensare che lui sia un bonaccione, un pensionato tranquillo che andava ai laghetti Vivinatura a passare un po’ di tempo.
«Sono in pensione - racconta l’anziano Carlo - prima aggiustavo i frigoriferi. Adesso, cosa vuole, non ci si sta più dentro. Per riparare un motore ci vogliono 180 euro, te ne vendono uno nuovo a 200... Ieri, come faccio sempre, andavo ai laghetti. Non sono un pescatore, vado lì perché gioco a carte, si sta bene, in mezzo al verde. Con la mia Renault Kangoo ho percorso l’unica strada che c’è, via Barca. È una strada che finisce con una curva “a radicchio” che porta direttamente ai laghetti Vivinatura. Quindi tutti sanno che bisogna andare piano, accostarsi se si vuole passare in due, o aspettare che l’altro faccia la curva e poi procedere. Mi sono messo sulla destra, in corrispondenza di un passo e sono stato a lato più che potevo. C’è un fosso profondo due metri e si deve stare attenti a non cadere con la ruota».
«Insomma ero “a pelo” e ho visto quella Y10 che andava spedita. Senza esagerare avrà fatto dai cento all’ora in su. Ci vuole un matto ad andare così. E infatti la Y 10 passa e sento il gran botto. Il mio specchietto si era spaccato. Io ero praticamente fermo. Ho guardato con lo specchietto retrovisore e ho visto che quella macchina ha frenato, ha fatto marcia indietro e mi è venuta vicino». «Sono sceso e ho detto “Ma è il modo di andare? Si poteva andare anche un po’ più piano”. Ho visto scendere due. Uno grosso, sui 30-35 anni. Poi c’era un altro, un po’ più basso. Non hanno detto niente. Io mi sono ripreso su uno sdraio, ai Vivinatura. Sentivo il presidente del circolo che diceva “l’hanno bussato, l’hanno bussato”. Ero lì che grondavo di sangue. Un male terribile, non sentivo più il naso, quasi non ci vedevo dal male». «Mi hanno spiegato poi - racconta il 72enne- che è passato uno del circolo in moto e che ha visto la Y10 con tre persone dentro, poi mi ha trovato per terra accanto alla mia macchina in un lago di sangue. Sono stato portato subito a Baggiovara, poi al Policlinico ad Otorino, dove mi hanno fatto dei tamponi e messo il tutore. Poi di nuovo a Baggiovara. Ho il setto nasale rotto. Dove andare a fare denuncia, perché la prognosi è meno di venti giorni, altrimenti scatterebbe automaticamente. Per me è un tentato omicidio».
Il 72enne Carlo si ferma il sangue che cola dal naso con uno Scottex di casa, ci pensa un po’ poi dice deciso: «In quella zona ci vanno tanti zingari, gente che va lì solo a bere oppure a rubare nelle auto di chi fa gli incontri tra la fitta vegetazione. Bisogna che si indaghi sui frequentatori, su chi ha una auto di quel tipo, su chi era ai laghetti o è stato visto stare in zona».