Bellei: «Prima i modenesi, ma non per razzismo»
La Lega Nord mette in campo il suo segretario: «Chi ha pagato le tasse in città per più anni sia privilegiato nell’accesso ai servizi. I grillini non mi fanno paura»
Sarà che anche la sua tenuta da lavoro, nel laboratorio odontotecnico di corso Canalchiaro, è verde, ma a sentire parlare Stefano Bellei sembra proprio che il Carroccio l’abbia cucito sul petto da sempre. Addirittura prima dell’arrivo della Lega Nord a Modena, quando lui votava già la Lega Veneta. Sempre sorridente, modenese doc, Bellei prova a guidare la risurrezione del Carroccio nel momento più difficile della sua storia cittadina.
Lavora di giorno, di sera fa riunioni e attacca manifesti insieme ai fedelissimi, di notte scrivi i documenti che servono per condurre una campagna elettorale che ha a disposizione il volontariato di amici e simpatizzanti animati dalla voglia di provare a vedere che cosa si può cambiare in questa città.
Le idee non gli mancano, e le conserva tutte meticolosamente: si presenta col verbale del ricorso al Tar verso Modena Parcheggi, presentato due anni fa. Inneggia ad un nuovo tracciato della Cispadana, studiato dall’esperto geometra Pellacani e sventola la risposta della Commissione Europea sulla richiesta di no tax area dopo il terremoto: «Ci fanno credere che ci sia bisogno dei nostri politici per avere sgravi e riduzioni, e invece l’Europa ci risponde che è nei nostri diritti. Leggete anche voi qui: “se l’aiuto corrispondente all’esenzione fiscale - prendendo in mano il verbale di Bruxelles con gli occhiali che non possono che essere di colore verde - è inferiore ai 200mila euro per impresa nell’arco di tre anni, il provvedimento può rientrare nella categoria degli aiuti de minimis e non richiede alcuna autorizzazione della Commissione. Capite cosa fanno? Ci prendono in giro, sempre, per farci credere che sono indispensabili. Il Pd non è indispensabile».
Perché dovrebbero votarla?
«Perché me lo ha chiesto il mio movimento e sento di dovermi impegnare nella mia città per continuare a dare battaglia ad una città che si merita un sistema diverso da quello attuale».
Chi è la Lega Nord adesso?
«È formata da un gruppo di persone che con coscienza portano avanti idee condivise ma senza pretendere nessuna poltrona».
Dice così perché la Lega, oggi in difficoltà, ha sofferto in passato di questo complesso?
«Dico così perché la Lega a Modena è sempre stata un serbatoio di idee al servizio della cittadinanza. In questo ultimo periodo, rispetto a qualche anno fa, abbiamo vissuto una forte distanza tra il consiglio comunale e i militanti. E quella della poltrona è certamente una spiegazione».
Quanto c’è da ricostruire?
«Tanto, come accade oggi a tutti i partiti, non è solo una questione che riguarda la Lega, verso la politica c’è un disamore nazionale. Noi, nei numeri, nella partecipazione e ne gli ideali abbiamo mantenuto la nostra realtà, il nostro opificio di idee e ci riproponiamo con scelte giuste per il consiglio comunale che sono la forma di tutta la nostra sostanza. Essere in consiglio con persone attente significa poter dare il nostro contributo attivamente e partecipare alle scelte».
Sarà complicato ripetere il risultato del 2009 con l’11 per cento di consensi?
«Difficile ma non impossibile. Lo scenario politico è diverso e l’insoddisfazione del momento potrà rischiare di favorire un altro movimento politico».
Ha paura dei grillini?
«Non mi preoccupano assolutamente. A Modena non si sono mai sentiti, devono farsi le ossa. Oggi parlano di piano sosta ma loro dov’erano quando c’era da fare ricorso al Tar? Mi preoccupano invece i modenesi, che finiscano ancora una volta nelle mani sbagliate».
A proposito di modenesi: per la prima volta nel vostro simbolo compare uno slogan civico “prima i modenesi”. Come mai?
«Perché abbiamo voluto, in maniera ancora più chiara, metterci dalla loro parte. Alcuni simpatizzanti leghisti, ma non militanti, ci hanno chiesto di fare questa esperienza insieme a loro, così è nata questa lista che fa capo alla Lega Nord ma che contempla al suo interno tanti modenesi vicini a noi ma non per forza iscritti. Noi vogliamo i modenesi, prima di chiunque altro».
Lo avete detto anche per l’accesso alle cure e ai servizi di welfare: ma non rischiate di passare per razzisti?
«Non c’è nessun razzismo. Facciamo semplicemente una graduatoria di merito che premi, nell’accesso, chi ha sempre pagato le tasse sul nostro territorio, da più tempo. Non siamo razzisti o estremisti, perché questo criterio vale anche, ad esempio, per chi risiede a Formigine: avrebbe meno punti di un modenese doc».
La sicurezza resta in cima al vostro programma.
«Lo è da sempre, ma lo è perché Modena non è sicura. E non lo è perché il tanto sbandierato patto del Comune non è mai stato applicato. Hanno creato i volontari e anzichè farli camminare per la città come deterrente li usano per le corse podistiche. Vi rendete conto?».
Quali sono le altre sue priorità?
«La riorganizzazione del corpo di polizia municipale, lo snellimento delle pratiche per l’apertura di nuovi esercizi commerciali, la valorizzazione del centro storico».
Stiamo su quest’ultimo punto: lei cosa farebbe?
«Ho un’attività qui da 31 anni, ho visto cambiare Modena. Porterei gli uffici comunali in centro, perché è l’unico modo per riavere vita qui tra le mura e farei corse gratuite dei mezzi pubblici nelle ore di punta. Non va bene? Ogni quindici giorni riunione in piazza Grande con tutti i cittadini che vorranno partecipare: non nascondiamoci su internet, mettiamoci la faccia. Io la mia ce la metto».
@dvdberti
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