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Inalca, si teme che l’azienda “rispolveri” l’inceneritore

CASTELVETRO. Castelvetro è di fronte a un nuovo caso Inalca? Sono in molti a chiederselo dopo l'interrogazione di Andrea Defranceschi, M5s, in Regione. «L'inceneritore Inalca - ha scritto il...

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CASTELVETRO. Castelvetro è di fronte a un nuovo caso Inalca? Sono in molti a chiederselo dopo l'interrogazione di Andrea Defranceschi, M5s, in Regione. «L'inceneritore Inalca - ha scritto il consigliere regionale dell'M5s - si alimenta di scarti animali, che brucia. Quanto è sicuro quell'impianto e quanto lo sarà?». La ragione della domanda viene da Bruxelles, dove a fine febbraio sono cambiate alcune norme: in sintesi se prima era obbligatorio bruciare a 1100 gradi le carcasse animali trattate all'Inalca, ora è possibile farlo a temperature più basse, a 850 gradi, ma «ci risulta - scrive Defranceschi - che all'Inalca si arrivi a 500 gradi. Il grasso brucerebbe lo stesso, ma libererebbe una quantità di tossine enorme, tra cui la diossina». Questo è anche il punto, come spiegano dal movimento 5 Stele di Castelvetro, «che finora non ha permesso la realizzazione dell'impianto cogenerativo progettato e proposto due anni fa dall'azienda». All'epoca l'azienda ritirò il contestato progetto di cogenerazione per portarne a casa solo una sua parte, il rendeering, non ancora realizzato. Le nuove norme potrebbero creare le condizioni perché l'azienda ripresenti un progetto simile al primo.(an.min.)