Gazzetta di Modena

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La crisi travolge anche le case protette

di Francesco Seghedoni
La crisi travolge anche le case protette

Nel Frignano richieste in calo per sistemare gli anziani nelle strutture. Le famiglie hanno meno denaro e mutano gli scenari

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L'onda lunga della crisi economica sul territorio del Frignano sta centrando in pieno un settore che sembrava inossidabile ai cicli economici negativi. Un comparto sempre in crescita, composto da strutture pubbliche e private, dove negli ultimi anni in virtù di nuovi investimenti realizzati da imprenditori provenienti da altri settori, sono nate addirittura nuove realtà. E invece succede che da mesi la domanda espressa dalle famiglie del territorio per i servizi alla persona- in particolare per quel che riguarda gli anziani e dunque le Case protette - è in caduta libera. Per dare un'idea della situazione, mentre due anni fa le liste di attesa o graduatorie per entrare in una di queste strutture erano molto lunghe, dal settembre scorso si sono completamente azzerate e in questi giorni risultano totalmente inesistenti. Diverse Case protette del territorio hanno addirittura letti vuoti e personale abbondante rispetto alle necessità. Dal punto di vista occupazionale i primi effetti della crisi sono già arrivati, considerato che in alcune realtà sono stati attivati i percorsi di cassa integrazione. Ma a preoccupare gli operatori, in prospettiva, è la situazione del mercato stagnante, che se dovesse protrarsi causerebbe serie problematiche occupazionali e addirittura il rischio di chiusura per alcune strutture. Le soluzioni non solo semplici, ma secondo gli imprenditori del comparto sono due i modi per uscire dalla crisi: vedere il mercato in prospettiva e puntare a specializzarsi maggiormente su servizi più di nicchia- o per i quali la rete dei servizi alla persona del territorio è più carente- oppure indirizzarsi come nel passato agli ospiti provenienti dalla pianura. In questo secondo caso però, è da rilevare come già oggi circa il 30% degli ospiti presenti nelle Case protette del Frignano provenga dal resto del territorio provinciale. Salubrità dell'aria, tranquillità e rette più basse hanno incentivato una migrazione che però sembra anch'essa giunta al capolinea. Anche perché se le ragioni della crisi del comparto sono quelle di cui parla Alberto Bernardi, direttore della residenza per anziani Casa Carani di Pievepelago, famiglie di montagna o pianura non fa molta differenza. «È successo che nelle famiglie dove è venuto a mancare uno stipendio, molto spesso quello della moglie costretta a casa, si è creato allo stesso tempo il nuovo ruolo assunto da uno dei familiari per accudire gli anziani - spiega - In questo modo si risparmia sulla retta, si hanno i parenti vicini e magari si può ottenere l'assegno di accompagnamento». Tornando invece alle soluzioni per dare un calcio alla crisi, oltre al taglio delle spese correnti che serve più che altro a resistere e che alcune strutture stanno già praticando, appare poco percorribile per ragioni di mercato un innalzamento delle rette.

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