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Modena corsa al sindaco 3/Bortolotti: «Rimettiamo i cittadini al centro»

di Davide Berti
Modena corsa al sindaco 3/Bortolotti: «Rimettiamo i cittadini al centro»

Il Movimento Cinquestelle lo ha scelto per battere il Pd: «Ci hanno spento, hanno sprecato risorse. Ora c’è bisogno di fantasia e di premiare il merito»

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Marco Bortolotti è un grillino atipico, almeno rispetto a quello che siamo abituati a vedere a livello nazionale. Equilibrato, concreto, con una storia che non ha nulla a che vedere con la rincorsa ad essere la fotocopia del comico genovese. È l’incarnazione del Movimento Cinquestelle a Modena, come ha detto qualcuno che frequenta il Meet Up, che senza eccessi prova ad impegnarsi per la sua città dentro ai canoni del Movimento.

Perché si è candidato?

«Sono nato a Modena, cittadino di Modena, modenese da sempre e nel Movimento Cinquestelle ho trovato, nelle tante occasioni di confronto, la forza per mettermi a disposizione. L’esperienza avuta con le ultime politiche - con due grillini in Parlamento dalla provincia di Modena - ha insegnato molto a tutti. Io ho avuto conferma su quale deve essere il dovere di un cittadino attivo: l’impegno civico».

Prima dei grillini qual era il suo legame con la politica?

«Fastidioso, la vedevo sullo sfondo. Facevo fatica a sopportarla. La politica, come la intendo io in termini di impegno civico e sociale, l’ho invece sempre fatta: seguendo la scuola dei miei figli, in parrocchia per le attività della famiglia, all’ospedale dove lavoravo. Essere cittadino è un dovere».

La storia del Movimento Cinquestelle, a Modena, inizia prima del suo arrivo con chi, oggi, non fa più parte del Movimento - il candidato sindaco Vittorio Ballestrazzi - e dice che non siete voi i veri grillini. Cosa risponde?

«Il Movimento Cinquestelle è un gruppo inclusivo e non esclusivo fatto di cittadini. Non c’è mai un ostacolo verso chi vuol fare parte del Movimento. Sono loro che si sono allontanati dalla base. Noi abbiamo semplicemente sempre detto no ai verticismi. Se uno vuole fare il primo della classe nel Movimento non può funzionare. Siamo tutti alla pari, uniti per raggiungere gli obiettivi più importanti. Uno che non capisce questa differenza fondamentale si allontana da solo. Non si sta dentro il Movimento per cambiarlo, ma si sta dentro per cambiare la cultura della politica».

Ballestrazzi dice anche che avete copiato parte del suo programma.

«Quando si arrivano a dire certe cose mi indigno, perché si supera il limite della decenza. Mi piacerebbe chiedergli come si permette di dire una cosa simile dopo che noi, da due anni, portiamo avanti un progetto di democrazia partecipata dove tutto è registrato, incontro dopo incontro, per arrivare ad una proposta di qualità come quella che abbiamo presentato».

Il vostro inno alla qualità sta anche nella richiesta dei curriculum per la composizione della giunta. Non è un procedimento un po’ rischioso?

«Sarebbe rischioso non prepararsi in modo meticoloso. È così, invece, che emergono le personalità. Le valuteremo cercando di prendere il meglio. Il nostro obiettivo è proprio quello di avere una giunta che abbia come unico obiettivo la qualità, lavorare bene e non il prevalere di un assessore sull’altro».

C’è chi dice che il rischio, a votare M5S, sia quello dell’inesperienza nella macchina comunale.

«Abbiamo messo in piedi uno staff esperto che ci permette, fin da subito, di esprimerci nel modo migliore».

La sua priorità?

«La partecipazione dei cittadini nelle scelte di Modena, nella città, nell’amministrazione di Modena. Va reso più efficiente il percorso partecipativo rendendo attivi i modenesi anche nei quartieri».

Il programma in tre punti.

«Certamente la sicurezza. Perché è da qui che si rimette al centro Modena. Una sicurezza a 360 gradi che intenda investire sulla polizia municipale, riportare i vigili nei quartieri e a contatto con le persone. Ma sicurezza equivale anche al lavoro, ad una condizione economica stabile. E significa anche la possibilità di respirare aria pulita. Ormai la sicurezza è tutto perché, nessuno si sente sicuro. L’economia è molto legata a questa percezione negativa in costante crescita».

Avete una ricetta per il rilancio di Modena?

«Serve un responsabile marketing che abbia la capacità di vedere le potenzialità di Modena per promuoverle, vedere le carenze per investire sul superamento in positivo di queste. Serve arrivare all’Expo 2015 preparati e pronti per evitare di perdere una occasione unica. A seguire la mobilità: smog e rumore vanno affrontati di petto».

Come l’inceneritore?

«È’ un lungo percorso e sapete che su questo il nostro impegno è costante da sempre. Per superarlo serve però contestualmente una politica efficace nel ridurre i materiali, ridurre l’indifferenziato e arrivare alla tariffazione puntuale».

Cosa le piace di Modena?

«I suoi monumenti, i suoi parchi, le sue tipicità».

Cosa vorrebbe cambiare?

«A bruciapelo direi i punti di ingresso alla città: la stazione dei treni ha un’aria assai degradata e il casello di Modena Nord è scandaloso. Possiamo presentarci molto meglio di così».

Quale Modena consegna l’attuale giunta al nuovo sindaco?

«Una Modena spenta, che ha sprecato soldi e ora deve inventarsi qualcosa di nuovo, cambiando mentalità e aggiungendo un po’ di fantasia».

Grillo l’ha chiamata?

«No».

Come mai?

«Sentite più voi Grillo di quanto non lo sentiamo noi. Ma seguiamo i suoi spostamenti».

Il Pd schiera Renzi. Grillo verrà a Modena?

«Non è detto».

Non sarà facile, però, qui a Modena ripetere il risultato delle Politiche con oltre il 23 per cento di consenso in città?

«Certo, perché faremo meglio».

@dvdberti

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