Casa d’appuntamenti: arrestato lo sfruttatore
Finale. Blitz dei carabinieri in un palazzo dove lavoravano due ragazze Un 68enne in carcere. I vicini: «Erano qui da poco, pensavamo ad un’agenzia»
FINALE. I vicini di casa per qualche settimana si erano anche interrogati su chi fossero quelle due ragazze e l’uomo che viveva nell’appartamento al secondo piano della palazzina di via Agazzi. Erano arrivati lì da una ventina di giorni e come in ogni famiglia allargata che si rispetti la curiosità era diventata argomento di chiacchiere tra vicini. «All’inizio pensavo avessero aperto un’agenzia di viaggi - confessa una donna - vedevo il via-vai di persone e con mio figlio avevamo scherzato sui nuovi inquilini». Ma nella casa in affitto non c’era un’agenzia e neppure le due ragazze erano le badanti di un anziano signore come un’altra vicina aveva ipotizzato senza troppa convinzione.
Nelle stanze, invece, era stata allestita una casa d’appuntamenti: le due ragazze sudamericane vendevano il loro corpo, comandate da Alberto Piccagli, 68enne originario di Mantova. Lui restava nella stanza accanto a quella del “servizio”, ma incassava i soldi. Cifre alla portata di molti, con 50 euro il rapporto era completo. Qualche vicino, con il passare dei giorni e con l’intensificarsi delle visite - ad ogni ora del giorno e della sera - aveva iniziato a sospettare qualcosa.
«La biancheria stesa era abbastanza chiara, ma soprattutto - racconta un residente - si sentiva molto bene quello che avveniva in quella casa. Beh, devo dire che di persone sconosciute ne sono passate parecchie nell’ultimo periodo in questa palazzina».
Ma sull’appartamento avevano fissato l’obiettivo anche i carabinieri di Finale. Da tempo tenevano monitorati alcuni siti internet in cui le ragazze offrono prestazioni di ogni tipo. I primi appostamenti avevano fornito indicazioni positive e allora si è optato per l’intervento definitivo. Un militare ha quindi chiamato il numero di telefono indicato sulla pubblicità on-line e ha preso appuntamento. All’orario prestabilito e in abiti borghesi ha suonato al campanello e una volta avuto la certezza che quella fosse davvero una casa d’appuntamenti dove le ragazze venivano sfruttate e obbligate a prostituirsi ha chiamato i rinforzi. Sono così intervenute altre pattuglie. «Nel pomeriggio hanno portato via l’uomo e almeno una ragazza - spiega un testimone - lei è poi stata riaccompagnata a casa verso mezzanotte, ma Piccagli non l’ho rivisto». Il 68enne è infatti in carcere al Sant’Anna di Modena con l’accusa di sfruttamento della prostituzione. Ieri mattina il giudice ha convalidato l’arresto.