Cemento nel parco/ I gestori: «Siamo pronti ad abbattere i chioschi»
Andrea Galli: «Già a marzo proponemmo di radere tutto al suolo, ma in Municipio ci intimarono di proseguire così»
«È tutta colpa del Comune. Scrivetelo a caratteri cubitali: se siamo in queste condizioni e la città non può riavere un parco vivo e non degradato è tutta colpa del Comune».
Parole di Andrea Galli, titolare del chiosco il Paseo non sequestrato «ma senza possibilità di aprire perchè ci hanno sospeso la licenza» e del Tosco «sequestrato perché costruito in modo del tutto illegittimo e nella nostra totale buona fede», che a un mese e mezzo dal sequestro dei cantieri convoca la stampa per fare il punto della situazione, alla luce delle motivazioni di conferma del blocco dei lavori, e puntare pubblicamente il dito contro «gli unici responsabili di questa situazione: l’amministrazione comunale e i suoi tecnici, tutti incompetenti».
NON VOLLERO ABBATTERE.E Galli con l’occasione svela una serie di retroscena sull’evoluzione di un progetto che sebbene in odore di sequestro il Comune ha voluto portare avanti, come un treno lanciato contro un muro, senza curarsi delle conseguenze. «Io a marzo dopo lo stop ai lavori andai in Comune e proposi a nome di tutti di abbattere le strutture in cemento che stavamo costruendo - rivela Andrea Galli - per concordare qualcosa di più leggero e meno impattante. Ci fu risposto di andare avanti che il progetto era giusto. Bene: ora siamo nella situazione che i cantieri sono bloccati, il Comune a parole dice di voler trovare una soluzione temporanea per l’estate ma di fatto non sa che pesci prendere. Ci sono due chioschi il mio Paseo e il lido Park di Michel Moccia, le strutture perfettamente funzionanti per i quali il Comune si rifiuta di concedere la licenza all’apertura. Se potessimo riaprire almeno riusciremmo a contenere parte delle perdite che stiamo accumulando per via del cantiere sequestrato oltre a ravvivare il parco».
«FATECI LAVORARE». Al suo fianco Michel Moccia, del Lido Park, ma con licenza bloccata perchè «non ho proseguito con i lavori spaventato da quanto stava accadendo e dalla perdita maggiore che avrei riscontrato. - spiega - Visto come sono andate le cose ho fatto bene a non proseguire. Eppure il Comune, nonostante l’incombente sequestro, da me pretendeva che io iniziassi i lavori. Se lo avessi fatto mi sarei trovato a mia volta con il cantiere sequestrato».
Una situazione singolare della quale ora i due titolari intendono chiedere aiuto alla magistratura. «Abbiamo inviato una lettera al sindaco e ai dirigenti del settore economico e un ricorso al tribunale Amministrativo in cui chiediamo la possibilità che ci sia concessa la licenza per proseguire la stagione con i due chioschi, nel nostro interesse e nell’interesse della città che ha diritto ad avere un presidio di vita e legalità in questo parco. Sbalordisce, ripeto, che il Comune a parole vuole garantire l’estate nel parco e nei fatti ci blocca».
«AMMETTANO LE COLPE». Ciò detto Andrea Galli, ne approfitta per elencare le richieste comuni da parte dei gestori. «Oltre all’apertura dei due chioschi, chiediamo che ai colleghi con i cantieri sequestrati sia garantita la possibilità di aprire un’altra attività temporanea qui o in altre zone della città; che il Comune ammetta di aver sbagliato nella gestione di questa vicenda e nel costringerci, perché di costrizione si tratta, a costruire cose che non potevano permettere di realizzare». Infine la richiesta più clamorosa: «Proponiamo di concordare con Soprintendenza, Comune, e opinione pubblica la realizzazione di nuove strutture: più leggere, in legno o in metallo. Anche rimovibili che siano meno impattanti, ma permettano di tenere aperto il parco». Andrea Galli fa anche una pubblica ammissione, riconoscendo che «la magistratura ci ha aperto gli occhi - spiega - io steso dopo averlo deriso mi sono trovato a chiedere scusa all’ambientalista Gaetano Galli che ha denunciato il tutto: aveva ragione lui».
I DANNI Ma non finisce qui, perchè alla fine di tutto si dovranno tirare le somme e parlare di risarcimento danni. «Ovviamente - conferma Galli - Noi presenteremo puntuale richiesta di danni. Ce n’è di tutte le categorie dal lucro cessante al danno emergente. Noi non abbiamo potuto aprire e ogno giorno, ogni weekend perdiamo denaro. Personalmente inoltre ho dovuto rinunciare alla candidatura a sindaco cosa cui tenevo molto. Per colpe non mie, ma del sindaco e dei suoi tecnici, mi sono trovate ad essere insultato in giro come “cementificatore” quando i responsabili sono in comune. Chiederemo che i danni non siano imputati alla collettività, ma personalmente ai tecnici comunali e a chi ha permesso tutto ciò. La colpa è loro e di una giunta di incompetenti».