Gazzetta di Modena

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Il Pd contro il sindaco “Un errore quella nomina”

di Andrea Marini
Il Pd contro il sindaco “Un errore quella nomina”

I segretari Bursi e Sirotti: i tempi sono sbagliati, il metodo è da vecchia politica Rimini rincara la dose: è stato umiliato il lavoro del gruppo in consiglio comunale

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«Pure la nomina del presidente delle Farmacie a dieci giorni dal voto… fino all’ultimo Pighi ha deciso di crearci dei casini…». La frase è di quelle che nessuno in casa Pd vuole pubblicamente ammettere, ma da sabato passa di bocca in bocca al punto che prima Lucia Bursi, segretario provinciale, poi Andrea Sirotti, segretario comunale, sono stati caldamente invitati a pronunciarsi. E lo hanno fatto, perché a pochi giorni daller elezioni, la mossa del sindaco sembra più iun autogol.

Già il gruppo consiliare si era messo in linea con il “nuovo corso” in tema di nomime, dando chiare indicazioni sul percorso da seguire: trasparente e basato sulle competenze. Indicazioni che Giorgio Pighi, nominando Michele Andreana, avrebbe bellamente ignorato.

A farsi portavoce di questi malumori, innanzitutto Lucia Bursi che sabato sera dopo una giornata di sms e telefonate, ha postato sulla pagina Facebook del partito il seguente messaggio: “Circa la nomina del nuovo presidente delle Farmacie comunali il Pd modenese non condivide né i tempi (doveva essere lasciata alla nuova amministrazione) né i modi, soprattutto alla luce della recente delibera di cui si è dotato il Consiglio comunale che stabilisce nuovi criteri e indirizzi nelle nomine pubbliche che avrebbero dovuto essere seguiti anche nel caso specifico”.

Ieri Andrea Sirotti si è perfettamente allineato. L’inizio della sua nota vorrebbe essere diplomatico: “Fermo restando che non intendiamo in alcun modo ingerire nelle competenze del sindaco e fermo l’indiscusso valore morale, professionale e politico di Michele Andreana”. Poi attacca: “Da una parte, crediamo, che le nuove nomine, a 15 giorni dalla scadenza della consigliatura, avrebbero dovuto essere lasciate alle scelte della nuova amministrazione”. E conclude ricordando a Pighi che avrebbe dovuto almeno rispettare i “criteri e indirizzi nelle nomine pubbliche del gruppo Pd”.

I bene informati assicurano come numerose telefonate siano giunte anche al candidato Muzzarelli, con l’invito a cercare di fermare altri “premi fedeltà agli amici di Pighi” - così maliziosamente è stata ribattezzata l’operazione - che fanno più danno che altro. Difficile invece che si arrivi, come ieri ipotizzava qualcuno, ad un ritiro della nomina. Né Pighi, né Andreana indietreggeranno.

A farsi portavoce del malumore del gruppo consiliare uscente, Stefano Rimini: “Il metodo utilizzato per le Farmacie umilia il lavoro del gruppo Pd – scrive - Bisognava rottamare vecchie pratiche, finirla di scegliere le persone senza rispettare il lavoro del Pd e del consiglio, dimostrare coi fatti una rivoluzione nel metodo di lavoro e nel rapporto tra giunta e consiglio”.

E Michele Andreana? Di sicuro sta vivendo amaramente queste polemiche. Il neo presidente non vuole fare polemiche e si limita ad un lapidario: “Ringrazio Giorgio Pighi per la fiducia che mi ha voluto accordare. Spero con il mio impegno di onorare questa fiducia. Quanto alle polemiche, ognuno è libero di pensarla come vuole, rifiuto solo che ci sia qualcuno che voglia farmi passare per un cacciatore di incarichi, cosa che non è. Io ho sempre vissuto del mio lavoro”. Chi è vicino ad Andreana , pur nell’imbarazzo per l’ennesimo scivolone di Pighi, si limita a far rilevare - in risposta a chi ritiene Andreana non in possesso dei requisiti - che quello è un ruolo politico, di collegamento tra le linee di indirizzo del consiglio e il socio privato. E Andreana avrebbe le qualità per farlo.