Gazzetta di Modena

Modena

Versioni diverse nei rapporti dei vigili

di Stefano Totaro
Versioni diverse nei rapporti dei vigili

I fatti raccontati da Passamonte discordano da quelli illustrati da Torelli: da qui si spiegherebbe l’accusa di falso ideologico

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Sono state fornite più versioni sulla vicenda della donna che ha dato in escandescenze dopo un incidente e che poi è finita all’ospedale con la mandibola fratturata. Dopo aver letto il consueto rapporto sul caso, i vertici della Municipale chiesero degli approfondimenti a tutti i vigili urbani che erano intervenuti. Ciascuno di loro ha dovuto fornire più dettagli, raccontare, fornire più elementi. Il fatto eclatante è che i due agenti che ora si trovano agli arresti domiciliari, Passamonte e Torelli, hanno fornito versioni discordanti. O per lo meno è questo che ritiene la Procura e che l’ha spinta a ipotizzare nei confronti dei due anche il reato di falso ideologico. E la Procura ha chiesto ed ottenuto la misura degli arresti domiciliari per evitare l’inquinamento probatorio.

I due agenti, proprio quelli che hanno ricevuto in consegna dai poliziotti della Volante la donna e che quindi si sono da quel momento occupati di lei sul luogo dell’incidente, hanno fornito un quadro un po’ diverso. Ci sarebbero forse particolari, modi, episodi che appaiono da una parte raccontati in un modo e dall’altra in un altro. Pertanto ecco la richiesta di fare chiarezza da parte degli inquirenti.

Una richiesta di chiarezza su questa vicenda che venne da subito avanzata proprio dagli stessi vertici della Municipale: dal comandante Chiari sicuramente e probabilmente anche dalla sua vice. Succede spesso, va specificato, che in casi un po’ “movimentati” come negli incidenti seguiti da liti o da arresti per fare un esempio frequente, il semplice rapporto sui fatti vada successivamente approfondito su richiesta dei comandanti. Così come accade di frequente che lo stesso agente intervenga in seguito sul primo rapporto: qualora ci siano aggiornamenti o particolari nuovi “apre” il rapporto e immette gli aggiornamenti.

Nel caso specifico, occorre ricordare che quando si verificò l’incidente che vide protagonista la donna, ubriaca, nel picchiare chi l’aveva tamponata e nel fuggire in tangenziale, sul posto si portò subito una pattuglia dell’infortunistica con l’agente scelto Patrizio Torelli. Successivamente arrivò sul posto una pattuglia dei vicili con l’ufficiale Paolo Passamonte. La Volante della polizia aveva fermato ed amma nettato la donna e poi l’aveva riportata da dove era fuggita.

Qui ci fu la consegna, lo scambio di manette: a prendere in consegna la 46enne furono Passamonte e Torelli. In questa fase poi scoppiarono le resistenze della donna, diede in escandescenze, viene raccontato che si buttò a terra, che picchio la testa contro auto e furgone.

La donna venne quindi portata sull’auto di Passamonte e del suo collega di pattuglia al Comando della municipale in via Galilei per redigere il rapporto relativo alla sua denuncia.

E, come sappiamo, la donna venne denunciata per omissione di soccorso, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. In ambulanza andò il ospedale e le riscontrarono, fra l’altro, la frattura delega mandibola. Passamonte e Torelli, per il fatto che avevano interagito da subito con la donna, presentarono un loro rapporto congiunto, così fecero anche gli altri vigili presenti sul posto. Successivamente, forse il giorno seguente non appena si conobbe che la prognosi portava pure a denuncia d’ufficio, a tutti i vigili protagonisti venne chiesto, singolarmente, di approfondire, di dare altri particolari sul caso. Di raccontarlo un’altra volta e con dovizia di particolari. E qui qualcosa non ha quadrato nella versione di due, di Passamonte e Torelli.

Domani, come annunciato, si terrà per i due colleghi agli arresti domiciliari, attualmente sospesi dal servizio, l’interrogatorio di garanzia.

L’ufficiale di polizia giudiziaria agente scelto Paolo Passamonte, tramite i suoi avvocati Rossi e Favini, ha fatto sapere di essere tranquillo, di avere massima fiducia sull’operato della magistratura e di non vedere l’ora di poter raccontare agli inquirenti come si sono svolti i fatti per fare ulteriormente chiarezza una volta per tutte.