Gazzetta di Modena

Modena

all’udi

Candidati a confronto nella “casa delle donne” promesse e scintille Montanini-Muzzarelli

“Un bilancio di genere”, e “un linguaggio della pubblica amministrazione attento al genere”. Queste le due proposte più innovative emerse dall'incontro organizzato dalle associazioni femminili, tra...

2 MINUTI DI LETTURA





“Un bilancio di genere”, e “un linguaggio della pubblica amministrazione attento al genere”. Queste le due proposte più innovative emerse dall'incontro organizzato dalle associazioni femminili, tra cui Udi e Centro documentazione donna, con i candidati a sindaco di tutti gli schieramenti. Assenti al confronto, incentrato sui temi della parità di genere, Carlo Giovanardi (Ncd) e Giuseppe Pellacani (FI).

Al centro dell'interesse delle associazioni femminili, la questione di Villa Ombrosa, cioè la sede nella quale le associazioni di Modena vorrebbero trasferire tutte le attività e per cui, da anni, sono in attesa di fondi necessari per il recupero dello stabile. Tutti i candidati si sono, ovviamente, impegnati ad una “pronta soluzione della questione”, tra questi anche il candidato sindaco del centrosinistra, Giancarlo Muzzarelli, che ha “garantito l'avvio di un planning temporale accettabile per risolvere la situazione”. Tra le tante proposte dei candidati, in materia di politiche al femminile, spiccano però quella di dare al Comune “un bilancio di genere”, cioè comprensivo di ragionamenti attenti alla reale condizione femminile. A proporla Adriana Querzè, assessore e candidata della lista civica “Per me Querzè”, ripresa poi dal candidato M5S Marco Bortolotti. Un'idea particolarmente apprezzata dalle associazioni femminili che hanno però ricordato come “già nel 2003 Modena divenne Comune pilota per un progetto di bilancio di genere” che poi sfumò nel nulla e che non è mai più stato recuperato, nemmeno dalla giunta uscente”. Muzzarelli ha invece posto l'accento sul “linguaggio attento al genere”, che dovrebbe essere “contenuto in tutte le delibere. Se sarò sindaco istituirò in tal senso un apposito ufficio che controlli che le proposte non siano discriminatorie in termini linguistici”.

A surriscaldare l'atmosfera l'attacco che il candidato sindaco Antonio Montanini, di “Cambiamodena”, ha lanciato prima all'assessore Querzè, accusandola di “non essere intervenuta quando era all'interno della giunta e poteva farlo”, poi a Muzzarelli, cui ha ricordato le spese relative alle auto blu: “Non posso accettare che vengano a fare promesse persone che spendono più di 100mila euro per le auto blu”. E Muzzarelli? Per lui è stato un “errore di generosità dare un minuto in più, visto come è stato usato”. Montanini, infatti, per aferrare l’attacco aveva approfittato di un minuto di intervento in più chiesto alle associazioni.

Ironico il commento finale di Caterina Liotti, presidente del consiglio comunale e candfidata nella lista Pd: “Oggi sembrano tutti molto femministi, anche coloro che fanno parte di forze politiche che, durante l' ultima legislatura, non hanno mai sostenuto con il loro voto le iniziative che il consiglio comunale ha tentato di portare avanti in favore delle donne e della parità di genere”.