McNab: qui la stessa passione che anima la mia musica
Il Maestro americano parla di Pavarotti: uomo magnifico che tutto il mondo ama e dell’Italia: paese meraviglioso in cui ho trovato tanti amici e dove torno spesso
MODENA. Un mito di Hollywood, il trombettista Malcolm McNab è arrivato a Modena per una Masterclass presso l'Istituto Musicale Vecchi Tonelli. Sono arrivati studenti e musicisti professionisti da tutta Italia, come Fabio Bau e Giovanni Abbiati che lavorano per diversi programmi televisivi. Malcolm McNab è un trombettista dalla carriera strepitosa, il suono del suo strumento compare infatti in oltre duemila colonne sonore dei film più famosi di Hollywood, il suo nome è presente nei crediti di oltre un migliaio di dischi pop e rock, e ha suonato con svariate orchestre regionali americane. Chiamato in città da Andrea Tofanelli, docente di tromba presso il conservatorio Vecchi - Tonelli, McNab si è prestato ad un'intervista per la Gazzetta.
Maestro Mc Nab, è la prima volta che viene a Modena?
«A Modena sì, ma ero già stato in Italia circa dieci anni fa, e con mia moglie abbiamo trascorso un periodo magnifico. Abbiamo conosciuto molte persone che sono diventate delle amicizie durature tra cui Andrea Tofanelli, e abbiamo fatto un tour in diverse città italiane, Venezia, Roma, Firenze, Sorrento, Lago di Como. Ora veniamo proprio dal Lago di Como, dove siamo andati per una breve pausa rilassante. Amo l'Italia, e con mia moglie torneremo».
Modena è conosciuta come città del Belcanto. Immagino che conoscesse Luciano Pavarotti...
«Oh, sì certo, ho anche lavorato con Pavarotti per il film musicale “Yes Giorgio” che ha fatto a Hollywood nel 1982. Lui cantava e io ero nell'Orchestra. Ho sempre amato Pavarotti, ma del resto lo ama tutto il mondo. Era un uomo magnifico, ed stato emozionante lavorare con lui».
Durante il suo soggiorno in Italia, ha potuto farsi un'idea della scena musicale italiana? Cosa ne pensa?
«Mi sto sempre più facendo un'idea della situazione e penso che ci siano degli insegnanti e, naturalmente, degli studenti molto bravi. Bisogna distinguere tra gli aspetti tecnici della musica, ad esempio come si insegna la tromba, dall'anima, dall'espressione, e credo che qui ci sia molta passione, molto amore, e ne sono davvero entusiasta. Quando sono arrivato qui la prima volta sapevo che sarei stato bene ma non conoscevo nessuno. Allora ho voluto incontrare dei trombettisti italiani, tra cui Andrea Tofanelli, e poi l'ho invitato in California. E siamo rimasti amici. Volevo incontrare i musicisti italiani perché loro qui fanno le stesse cose che io faccio in California. Abbiamo le stesse esperienze, gli stessi rammarichi. La musica è un linguaggio universale, unisce persone che vengono da posti diversi e comunicare è magnifico».
Maestro McNab, lei è qui in veste di insegnante. Cosa è importante secondo lei trasmettere agli studenti?
«Credo che la cosa più importante sia essere il più aperti possibile e trasmettere questa disponibilità agli studenti. I migliori insegnanti sono anche loro degli studenti, perché si lasciano attraversare dalle cose, e sono aperti a imparare. La cosa migliore è sempre provare cose nuove, l'atteggiamento migliore è di restare aperti, e questo è anche il modo migliore per diventare un professionista qualificato».
Lei ha parlato di apertura mentale e guardando alla sua carriera questo atteggiamento è ben visibile. Infatti ha attraversato quasi ogni genere suonando classica con le Orchestre, jazz, e il suo nome compare in dischi di musica pop e rock come Frank Zappa, The Carpenters, Van Dyke Perks. La musica dunque è senza frontiere?
«Credo che abbiamo bisogno di acquisire la maggior competenza con tutti i generi musicali. Così come nella vita dobbiamo imparare molte cose, per poter fare diversi lavori. Ho suonato tutti i generi di musica perché per un certo periodo della mia vita dovevo guadagnarmi da vivere in ogni modo. Così ho cercato di imparare e di diversificare il più possibile le mie capacità. Ma l'unica cosa che davvero è importante è amare la musica, e se riesci anche a trasformarlo nel lavoro della tua vita, sei fortunato».
Progetti futuri?
«La prossima tappa è Bari, per una Masterclass, poi volerò a Dublino, una città con cui ho legami forti perché mia madre è nata là. Poi andrò ad Amsterdam, poi in Svizzera infine tornerò a Los Angeles, dove ho uno studio, e non vedo l'ora di mettermi di nuovo a suonare e registrare. Questa è la mia passione, ho suonato per 62 anni ed è qualcosa che continuerò a fare sempre al meglio delle mie possibilità».