Gazzetta di Modena

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Occupazione, perso l’1,2% nelle pmi

Occupazione, perso l’1,2% nelle pmi

Il più colpito è il settore dei servizi (-7,8%), soprattutto il turismo, male i trasporti. Munari: «Servono regole più semplici»

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Continua a rimanere critica la condizione occupazionale delle piccole e medie imprese modenesi. Secondo il rapporto sul mercato del lavoro realizzato da Lapam Confartigianto di Modena su un campione di 3440 datori di lavoro e 23mila occupati, infatti, l'occupazione è calata dell'1,2% nel corso 2013. «L’Italia è sempre “maglia nera” in Europa per l’emergenza occupazione – dice l'associazione di categoria modenese – e anche in provincia di Modena la situazione è contraddistinta dal segno meno. Da gennaio 2013 a gennaio 2014, secondo l'indagine Lapam Confartigianato, nella provincia di Modena l'occupazione è calata dell'1,2%. Un bilancio che continua ad essere negativo». Entrando nel dettaglio dell’indagine si osserva come a soffrire di più siano le categorie dei servizi con un -7,8%, il turismo che ha perso il 10,2%, un dato particolarmente pesante che probabilmente va associato all'aumento di lavoratori pagati tramite voucher. Anche nei trasporti il calo è significativo (-2,2%). Vanno meglio, ma qui si tratta di un “rimbalzo” dopo un calo importante negli ultimi anni, per i comparti dell'edilizia e del commercio che registrano un leggero aumento di occupati pari allo 0,3%, mentre recupera maggiormente il comparto manifatturiero (che pure aveva risentito pesantemente dei costi della crisi in termini di calo occupazionale) con un +1,3%. Si registra un aumento del 2,2% anche nella dinamica occupazionale relativa al Terzo Settore, un comparto ancora poco studiato ma che, secondo i dati forniti da Lapam Confartigianato, sta crescendo in modo lieve ma costante.

«L’emergenza occupazionale – spiega il presidente Lapam Confartigianato, Erio Luigi Munari - è influenzata anche dai problemi del sistema formativo e dal mancato dialogo tra scuola e lavoro nonché dal costo del lavoro. Le opportunità di trovare lavoro sono ostacolate dalla crisi ma anche da interventi normativi che hanno penalizzato un contratto a valenza formativa come l’apprendistato che, nel 2013, ha consentito molte delle assunzioni effettuate dalle imprese artigiane».

Le strade per affrontare il dramma della disoccupazione, in particolare quella giovanile, dunque, e valorizzare la qualità della manifatturiera Made in Italy secondo il presidente di Lapam sono diverse.

«Liberare l’apprendistato da costi e vincoli – conclude Munari – semplificare le regole per l’ingresso nel mercato del lavoro, rilanciare l’alternanza scuola-lavoro, valorizzare le competenze, “importare” in Italia l’esperienza tedesca del sistema di formazione “duale” che consente ai giovani di conseguire un titolo di studio imparando un mestiere».