Gazzetta di Modena

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Cemento nel parco/ Il Lido deposita il ricorso al Tar

di Carlo Gregori
Cemento nel parco/ Il Lido deposita il ricorso al Tar

Caso chioschi, il proprietario: «Licenza ritirata, il giudice dirà se è legittimo»

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Caso chioschi: Maicol Moccia, 22enne proprietario del Lido Park, ha depositato ieri mattina il ricorso al Tar di Bologna per chiedere la revoca del provvedimento deciso dal Comune che ha portato al ritiro del la licenza commerciale.

«L’avevo annunciato e ora l’ho fatto - spiega Maicol - perché innanzitutto voglio che un giudice dica una parola chiara in merito a quello che mi ha fatto il Comune. Voglio sapere se il Comune poteva farlo, se è davvero lecito e se posso riavere indietro al licenza. Senza quella licenza, il Lido Park non serve a niente». Il caso del Lido Park, da sempre separato rispetto ai quattro chioschi sotto sequestro dalla Procura - si trovano sul viale delle Rimembranze tra l’ex questura e largo San Francesco - è legato a una situazione a sé stante. Il 22 gennaio Maicol Moccia ha acquistato con rogito la proprietà del Lido, uno dei locali estivi più conosciuti, in attività da decenni. Quindi pochissimi giorni prima dell’ultimo termine fissato dal Comune per cominciare i lavori (31 gennaio) secondo il controverso piano di riqualificazione oggi rientrante nell’indagine della Procura. Per questo, approfittando della necessità di metterci mano, Moccia è partito dalla cantina interrata del Lido.

Ma subito lo hanno avvicinato. «Mi chiedevano se ero autorizzato per fare lavori al lido, chi li aveva autorizzato e domande così. Allora, ho preso subito una decisione. Ho sospeso il piano dei lavori in attesa di avere un chiarimento definitivo dal Comune. Intanto gli altri chioschi erano partiti e poi è successo che per gli altri chioschi sono iniziati gli esposti e poi le indagini fino al sequestro. Io no. Al Lido non c’era un cantiere. Anzi, aspettavo fiducioso una risposta dal Comune. Invece, l’Ufficio commerciale mi ha ritirato la licenza di punto in bianco».

La motivazione di questo atto può avere tante spiegazioni, ma Maicol non ne ha mai avuta una adeguata alle sue richieste. «È una questione seria perché io non posso assolutamente esercitare un lavoro al Lido senza quella licenza. Il Lido diventa una struttura inutile e inutilizzabile».