La sfida di Alessandra Moretti per Bruxelles
È capolista col Pd: «Priorità al lavoro per ridare competitività alle nostre imprese»
«Vogliamo cambiarla questa Europa, cambiare la linea politica, che ha perso il sogno per il quale era nata. Abbiamo un’Europa fatta di regolamenti, un’Europa di numeri e non di persone. Penso che L’Europa non debba pensare ai bilanci di fine anno, ma piuttosto al piano di investimenti dei prossimi dieci. Ecco, è questa la sfida da vincere».
A sentire Alessandra Moretti sembra proprio che la capolista del Pd nella nostra circoscrizione abbia le idee piuttosto chiare: «La linea politica degli ultimi dieci anni è stata quella di un centrodestra che ha mirato a tutelare banche. Oggi l’emergenza più grossa è il lavoro, ed è da lì che dobbiamo partire. Su questo abbiamo proposte concrete: il salario minimo europeo, per difendere la dignità dei lavoratori e anche per tutelare le nostre imprese dalla concorrenza sleale; credo che si possa ragionare sulla destinazione dei fondi, quelli non spesi - ogni anno sono circa il 30 per cento - potrebbero costituire un nuovo fondo che va proprio a finanziare le imprese. Poi tasse uguali in tutta Europa sul lavoro, e per le aziende italiane significherebbe abbassarle. Un passaggio fondamentale riguarda quella burocrazia soffocante che attanaglia le imprese: in diversi Paesi d’Europa è molto più facile aprire un’azienda rispetto a ciò che succede in Italia e noi subiamo una concorrenza su questi aspetti che non è più ammissibile».
Moretti non va per il sottile: «Dobbiamo passare ai fatti. È un Paese che da vent’anni ascolta chiacchiere, la politica ha perso credibilità, ma ora il governo Renzi sta dando una svolta. Gli ultimi provvedimenti assunti in termini di lavoro e crisi hanno invece dato l’impressione certa di un governo che decide, che sceglie e scommette sul futuro. Dobbiamo essere molto chiari con gli elettori: il voto dato il 25 maggio al Partito Democratico porterà l’Italia a giocarsi da protagonista la sfida iniziata da Renzi sul nostro Paese. Tutto collegato al tema delle riforme. Il voto dato al Movimento Cinquestelle è invece un voto perso, inutile, significa non votare nulla e nessuno».