Modena corsa al sindaco 7/ Novara: «Per il riscatto legalità e trasparenza»
Il prescelto di L’Altra Modena - Sinistra in Comune: «In questa campagna è mancata la parola mafia: costruiamo percorso per alzare i controlli»
In questa campagna elettorale, se c’è qualcuno che si è distinto come outsider nei confronti tra i nove candidati - valutando solo l’atteggiamento e non i contenuti - questo è stato certamente Flavio Novara, candidato di L’Altra Modena - Sinistra in Comune. Applaudito da destra a da sinistra, forse per il suo modo di porsi molto diretto e pratico, grazie anche a qualche espressione colorita, è stato il più vivace sul fronte dell’esposizione.
Perché si candida?
«Per dare una risposta al problema della trasparenza, della democrazia e della capacità reale di impostare il futuro. Per la situazione che si è venuta a creare, Modena rappresenta una realtà nella quale convivono interessi di parte, da destra e da sinistra, ma questa realtà si è sgretolata dall’interno ed ora è incapace di rialzarsi».
Immagine forte.
«Esiste davvero. Sapete dove? Guardate la scuola Carlo Sigonio dove adesso ci sono alunni che da mesi hanno a che fare con soffitti che crollano, infiltrazioni d’acqua, ascensori inutilizzabili e problemi di ogni genere che sono la peggior risposta alle tante promesse che hanno ricevuto. Guardatela dalla strada, verso il cortile interno: fuori è tutta colorata e dipinta e all’interno tutto si sgretola. Sembra di essere a Cinecittà. E invece siamo a Modena».
Spieghi meglio gli interessi di parte.
«Non si riesce a fare nulla se non si è parte del sistema, inglobati in una logica di controllo di tutto ciò che si può o non si può fare, come se a dettare gli interessi debbano essere i potentati economici. Modena è così: guardate le nomine, guardate gli appalti, guardate chi lavora e chi no. Ed è così anche a causa di una logica di opposizione, mi riferisco al centrodestra, che è parte di questo sistema. La sinistra è riuscita ad inglobarli in questa logica di scambio, tanto che a Modena sembra sempre che tutto vada bene a tutti. Questo è lo stato delle cose, questo è quello che prima di tutto va cambiato».
Come?
«Prima di tutto parlandone. fateci caso. La parola mafia è sparita da questa campagna elettorale. la prima cosa da dire dovrebbe essere in tema di appalti, perché se vogliamo parlare di lavoro e di rilancio, dobbiamo anche parlare di trasparenza e onestà. Diciamo una volta per tutte che dobbiamo togliere il massimo ribasso dagli appalti. Diamo precedenza alle aziende che hanno denunciato chi li taglieggiava. Controlliamo i cantieri, i subappalti, il personale, ma non basta dirlo. Facciamolo, e ci vogliono i mezzi: è possibile che oggi chi entra in un cantiere non sappia dove mettere le mani per capire se tutto è legale. È su questo che si deve investire, per rispetto di chi lavora con onestà».
La sua priorità?
«Il coinvolgimento dei cittadini. Si è interrotto ogni percorso di democrazia. Pensate solo ad esempio come le circoscrizioni sono state svuotate. E così facendo non hanno fatto altro che accumulare quel sentimento di rivalsa contro l’ente pubblico che ormai è diventato uno sport. Ritroviamo lo spazio democratico e quando parliamo di referendum non scherziamo, facciamolo davvero perché abbia un peso, come in Svizzera».
Ha parlato anche di lavoro. Oltre alla legalità, come pensa si possa uscire dalla crisi?
«Progetti legati alla formazione, alla ricerca, allo sviluppo. Le aziende devono sapersi rinnovare nella progettualità, devono diventare protagoniste del progresso e l’ente pubblico ha il dovere di aiutarle».
I comuni però non hanno i soldi, nemmeno chi è virtuoso come Modena, bloccato dal patto di stabilità.
«Il patto di stabilità va subito rimesso in discussione e gli investimenti devono essere catalizzati sullo stato sociale. Muzzarelli che promette che farà subito il nuovo Sigonio non ha capito che forse lo vedrà tra dieci anni, Come fa a promettere che si possano investire certe cifre passando per la vendita del vecchio immobile? Chi garantisce l’operazione? Significa svendere il patrimonio a favorire una speculazione immobiliare in perfetto stile con ciò a cui ci hanno abituato. Ormai, però, non ci crediamo più».
Troppe bugie?
«Pensate all’inceneritore. Ci dicono ancora che la terza linea è una necessità. L’atteggiamento talebano tenuto nei confronti di chi ha sempre criticato l’impianto spiega che la chiarezza e la trasparenza non sono di casa,. Perché ? Perché la Regione vuole portare a Modena rifiuti speciali da fuori».
Eravate partiti come lista “civica delle civiche” ma non siete riusciti nell’operazione di unità che avevate auspicato. Come mai?
«Abbiamo fatto di tutto per costruire un progetto vero di sinistra che potesse unire le forze al di là delle logiche di partito. Non mi vergogno a dire che vengo da Rifondazione Comunista e che in passato sono stato anche eletto in consiglio comunale, ma Rifondazione Comunista è stato l’unico partito che ha rinunciato al simbolo per dare vita a questa avventura che non finirà con il consiglio comunale. Non è stata una scelta facile, ma è stata capita e compresa per il bene di un progetto che doveva includere. Altri - il riferimento è prima di tutto a Sel - hanno preferito giocare facile. Senza capire che quella sarà la loro condanna».
Si spieghi.
«Lo dice la storia della nostra politica locale. Cosa è successo ai Verdi? Cosa è successo ai Comunisti? Cosa è successo all’Idv? Quando si sono trovati in coalizione col Pd si sono distrutti da soli, condannati da una alleanza che non poteva stare insieme e che, alla fine, si è rivelata addirittura dannosa per chi ha cercato di starci solo seguendo quelle stesse logiche di potere e di poltrona».
@dvdberti
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