S.Agostino, sul progetto nessuna marcia indietro
Fronte comune contro le accuse di Losavio che ha parlato di “illegalità” Il sindaco Pighi: tutto regolare e l’intervento serve a recuperare l’ex ospedale
Il giorno dopo l'accusa del giurista Giovanni Losavio di Italia Nostra, che ha bollato come "totalmente illegale" il progetto Sant'Agostino, gli enti coinvolti fanno quadrato e, pur tra alcuni imbarazzi, ribadiscono quanto già affermato in precedenza. Nessun dietrofront, dunque, anche se nei corridoi l'irritazione verso lo Losavio si può riassumere in un “Se ha accuse da lanciare, perché non va dalla magistratura?”.
La Direzione regionale dei beni culturali è l'ente che il presidente di Italia Nostra, ed ex presidente di sezione della Cassazione, chiama principalmente in causa. Il motivo è legato alla natura pubblica nazionale della biblioteca Estense che, spiega Losavio, da Palazzo dei Musei “se ne andrà invece nello spazio di proprietà di un privato”. Cioè nel polo culturale che nescerà do fronte. Il direttore regionale Carla di Francesco non interviene, ma già in passato aveva respinto con fermezza le accuse di Losavio quando quest'ultimo, nel dicembre scorso, aveva spedito una lettera all'allora ministro Massimo Bray nella quale spiegava la sua opinione sul progetto che dovrebbe essere pronto tra 2017 e 2018. Il ministero, coinvolto con Comune e Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, ribadisce l'assoluta fondatezza del progetto, realizzato dallo studio Gae Aulenti di Milano e dai modenesi Ingegneri Riuniti.
Intanto in Fondazione si lavora alle prossime tappe della commissione da 42 milioni di euro: a fine mese scelta dell'azienda che realizzerà il restauro, successivamente saranno organizzati due eventi per illustrare la suddivisione degli spazi all'ex Sant'Agostino e a luglio partirà il megacantiere.
Il sindaco Pighi si limita a ribadire attraverso l'ufficio stampa quanto detto alcuni mesi fa, dopo un attacco di Salvatore Settis allo spostamento della biblioteca Estense : «Non solo è tutto assolutamente regolare sotto il profilo urbanistico e di tutela di beni architettonici, ma è anche chiaramente un progetto che ha come obiettivo prioritario restituire alla città un edificio adeguatamente recuperato, sotto il profilo architettonico e storico. Ma non basta il recupero: con il Polo della cultura quell'edificio sarà riempito di contenuti andando a valorizzare il patrimonio librario di due prestigiose biblioteche con spazi di consultazione e strumenti per gli utenti».
Tornano d'attualità inoltre alcune azioni svolte in passato intorno a questo argomento. Se Losavio ha gioco facile nel ricordare che “il ministro della cultura Rutelli nel 2007 venne a firmare l'accordo nella sede della Fondazione e non andò certo a visitare l'Estense”, più complicato è ricostruire le vicende del mancato trasferimento dell'Estense sul retrostante ex ospedale Estense.
Ernesto Milano, ex direttore della biblioteca, ha ricordato che “l ministero aveva trovato i soldi per comprare l'ex ospedale, ma non se ne fece nulla perché il Comune voleva occupare il piano terra dell'ex ospedale”. Così quei miliardi di lire del ministero andarono alla biblioteca di Bari.
La ricostruzione non piace all'ex sindaco e senatore Giuliano Barbolini che all'epoca era parte in causa per l'ipotizzato trasferimento: "Dovrei fare delle ricerche, essendo passati molti anni - spiega - ma ricordo che il progetto del trasferimento c'era, ma è errato dire che fu il Comune a impedirlo. Vero anche che c'erano dei soldi del ministero, ma io nero su bianco l'assegno non lo vidi mai”.