La prevenzione fatta proprio dai ragazzi
Uniti per un protagonismo nuovo. All’incontro gli studenti e gli adulti hanno discusso i migliori modi per contrastare il fenomeno con il dialogo. «Con la peer education - ha spiegato Camilla...
Uniti per un protagonismo nuovo. All’incontro gli studenti e gli adulti hanno discusso i migliori modi per contrastare il fenomeno con il dialogo.
«Con la peer education - ha spiegato Camilla Spattini, peer educator del Sigonio - si stimola la riflessione tra coetanei: è più facile aprirsi, essere sinceri e ammettere ciò che si fa, senza disagi e senza dover fare bella figura con i professori». «Benissimo la repressione - ha aggiunto Mattia Serra, presidente Consulta regionale degli studenti - ma non è la soluzione. Il problema va affrontato alla base, con un lavoro più grande per coinvolgere i genitori grande, superando l’atteggiamento protettivo. Chiediamo di essere ascoltati, il caso Sigonio insegna». Ricordato anche il caso Luxuria al Muratori, con le polemiche tra genitori e studenti. «Educatori e ragazzi si mettano intorno al problema insieme - ha detto Sonia Bettati (Coordinamento provinciale consigli di istituto) - tacere non fa mai bene. Serve informare in modo chiaro e onesto e ascoltare la voce dei ragazzi». «Le emergenze vengono fuori improvvisamente - ha detto Alberto De Mizio, preside del Cattaneo promotore dell’evento - spesso dietro agli studenti manca la sicurezza». «Serve “in-formazione” - ha ricordato Mauro Tesauro, docente dell’istituto - La peer education crea soggetti attivi». Nel dibattito illustrati i progetti Agorà e Zona Franca del Corni assieme al Ceis: formazione ai docenti per gestire casi difficili, come l’alcol nelle scuole, e un punto di ascolto “anonimo”. Ricordati anche i progetti di Memo, come “Voci dal branco” (promosso dalla Gazzetta) e molti altri, per coinvolgere sempre di più gli studenti. Come ha ricordato la Gabrielli, l’autodisciplina consente il miglior contrasto. (g.f.)