Gazzetta di Modena

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ultima replica alle passioni

“Noosfera”: riflessione sulla realtà che diventa resistenza teatrale

di Andrea Marcheselli
“Noosfera”: riflessione sulla realtà che diventa resistenza teatrale

MODENA. Il progetto “Noosfera” proietta da tempo Roberto Latini in una dimensione spazio-spettacolare ove la riflessione scenica intorno alla realtà contemporanea si fa vera e propria resistenza...

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MODENA. Il progetto “Noosfera” proietta da tempo Roberto Latini in una dimensione spazio-spettacolare ove la riflessione scenica intorno alla realtà contemporanea si fa vera e propria resistenza teatrale. Nel suo terzo movimento, “Museum”, presentato da Latini al Teatro delle Passioni da mercoledì e fino a questa sera, disagi, perplessità, aggressioni fisiche e intellettuali che ci opprimono, ci condizionano, è come se si cercasse di esorcizzarli attraverso una performance ambientata in un'isola che altro non sarebbe che una dimensione poetica, teatrale, sulla quale ha inizio un percorso di “ricostruzione” del proprio vissuto all'insegna di un'idea di bellezza che si fa obiettivo dominante, meta assoluta da perseguire una volta toccato il fondo. Ecco pertanto l'artista solo, in scena, avvolto da un contesto di totale solitudine, aggrappato ad una cantilena che nella sua reiterazione appare la sola ancora di salvezza, l'unico strumento consolatorio, fondendo in essa musica e poesia, nell'attesa di quello che dovrebbe configurarsi come il vero gesto di reazione allo sprofondamento in una realtà che non si può accettare di condividere senza resistenza. Spettacolo concettuale, dunque, che in meno di sessanta minuti mette a fuoco atti, gesti, suoni, immagini, situazioni di profondo significato, come è peraltro consuetudine nelle attività della compagnia Fortebraccio Teatro, volta alla sperimentazione del contemporaneo, alla riappropriazione dei classici e alla ricerca di una scrittura scenica originale, e della quale Latini è direttore artistico. Questa terza parte segue la prima, “Lucignolo”, che introduceva all'avventura dell'esplorazione scenica come occasione di riflessione sulla rappresentabilità dei testi e sui processi della rappresentazione. Ad essa, era succeduta quella intitolata “Titanic”, che riportava alla dimensione di un naufragio, metafora dell'esistenza, durante il quale ognuno continua a cercare di ballare, cantare, suonare, nella vana illusione di poter evitare l'annegamento. “Museum”, infine, rimane l'atto col quale si realizzano la vanità delle comuni aspirazioni e la necessità di una resistenza che può avvenire solo attraverso la dimensione poetica. Ma, probabilmente, non finirà qui, Latini ha forse in serbo un'ulteriore tappa per questo percorso all'interno della condizione e del pensiero umani.