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La vittoria si gioca su Unione e sicurezza

La vittoria si gioca su Unione e sicurezza

Castelfranco. Confronto pubblico tra candidati sindaci. Sei su sette dicono no all’alleanza con Modena

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CASTELFRANCO. Unione di Comuni e sicurezza è il binomio su cui si giocherà parte della scommessa elettorale a Castelfranco. Lo ha dimostrato la serata di giovedì, organizzata da Rete Imprese, che ha visto faccia a faccia i 5 candidati: Stefano Reggianini (centrosinistra), Giovanni Gidari (centrodestra), Cristina Zirotti Girotti (Lega), Silvia Santunione (civica) e Antonella Franchini (M5s). Sul tavolo la legge regionale 21/2012 che impone dal 2015 una gestione associata e lo studio Anci che vagli un'Unione a 6 e la Città Metropolitana (Unione a 7 con Modena). Possibilista a 7 solo Reggianini che non ci vede «un dramma nell'avere a Modena un unico ufficio paghe», mentre «a 6 si centralizzano servizi di staff e il personale si può specializzare», vedi la polizia municipale divisa in reparti. Se Franchini intende chiedere ai cittadini cosa ne pensano, sottolineando però che «le Unioni portano a meno servizi», gli altri 3 candidati alzano scudi su un'eventualità a 7 perché a loro opinione ogni volta che Castelfranco si è seduto al tavolo con Modena si è rialzato senza un pezzo: ospedale e cave su tutto. Gidari: «Non vogliamo essere succursale di Modena, su Castelfranco ci sono ordini del partitone. Sì alla fusione con San Cesario e a discutere con l'Unione del Sorbara». Santunione: «Con i cittadini valutiamo un'Unione a 6, mai con Modena». Più dura Girotti: «La 21/2012 è un atto d'imperio della Regione ed è stato presentato un esposto alla UE, noi e San Cesario ci eravamo espressi in consiglio in modo diverso. Non saremo servi di Modena. Se dovrà essere unione lo sarà dopo un referendum consultivo popolare». Critiche anche sulla sicurezza. Tutti concordi che la sicurezza passi dal presidio del territorio, a partire da piazze e frazioni. Per Gidari servono «monitoraggio dell'immigrazione, potenziamento della videosorveglianza, perché continuano i furti ma le telecamere non vedono nulla, e della tecnologia in mano agli agenti; impensabile si debba andare a Modena per un'identificazione». La Franchini apre a «una maggiore presenza delle forze dell'ordine, aprendo anche a volontari ed ex agenti in congedo», idea che causa la replica della Santunione: «Sono Stato e Comuni i garanti della sicurezza, i cittadini sono sentinelle che non si devono sostituire a polizia e carabinieri» e rilancia un piano interforze caldeggiato anche dalla Girotti che punta a una «migliore gestione dell'immigrazione anche verificando le idoneità di case e alloggi». Reggianini punta alla chiusura dell'affare tenenza dei carabinieri: «I fondi sono già stati accantonati e in attesa di sblocco. Lì potremo accorpare anche le caserme più piccole, come Ravarino».

Andrea MInghelli