Gazzetta di Modena

Modena

Merce rubata in officina, 2 arresti

Nei guai i titolari, due fratelli ventenni. Scoperti dai carabinieri nel Reggiano

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Automobili, motocicli, scooter, 2.000 litri di gasolio, muletti, pneumatici, elettrodomestici, attrezzi e apparecchiature meccaniche, in buona parte provento di furto tra l'Emilia Romagna e la Toscana, per un valore di oltre 100.000 euro sono stati trovati in un'azienda di soccorso stradale gestita da due insospettabili fratelli, originari di Carpi, arrestati dai carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Guastalla che hanno sequestrato il capannone aziendale nel Comune di Reggiolo. Arrestati dunque un 23enne e il fratello 20enne, originari appunto di Carpi ma ora residenti a san Martino in Rio nel Reggiano. L'origine dei fatti l'altra notte poco dopo le 4, quando la presenza di un'Audi modello A4 parcheggiata nella zona industriale Ranero di Reggiolo aveva insospettito una pattuglia dei carabinieri che ha poi scoperto che era un'auto rubata il 17 aprile da una concessionaria di Campagnola Emilia. L'auto sebbene chiusa a chiave aveva ancora il motore caldo, segno che era stata appena parcheggiata. I militari avevano anche sentito provenire da un vicino capannone, risultato poi sede di una ditta di soccorso stradale, forti rumori ricondotti allo spostamento di materiale. Con l'aiuto dei militari di Guastalla, hanno fatto un appostamento e poco dopo sono usciti dal capannone i due fratelli, proprietari dell'azienda, che hanno spiegato di essere lì per svolgere alcuni lavori. La cosa però non ha convinto i carabinieri che hanno controllato l'interno e hanno trovato un ingente quantitativo di legname parzialmente scaricato da un camion Iveco tutto risultato rubato poco prima a Medolla. I due fratelli sono stati arrestati con l'accusa di furto aggravato. Accusa che potrebbe aggravarsi e mettere ulteriormente nei guai i due fratelli: nella loro azienda, ora sequestrata, i carabinieri hanno trovato beni e materiali probabile provento di furti consumati tra Emilia Romagna e Toscana. Il sospetto è che i due fratelli siano l'anello di una catena riconducibile a un sodalizio criminale di più ampia portata. Il valore della merce trovata è 100.000 euro.