Gazzetta di Modena

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Scuole superiori, un terzo lascia

Scuole superiori, un terzo lascia

Dopo le medie strage di bocciati nel primo anno, metà respinti o rimandati

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Un alunno su due, nel passaggio dalle scuole medie alle superiori, butta la spugna e sbatte la faccia contro gli insuccessi. Dopo il rimando o la bocciatura del primo anno di frequenza quasi un terzo se ne va per sempre.

È da questa constatazione che partono i genitori e i docenti che si ritroveranno questa mattina alle 9 presso l’Itis Corni (via Leonardo da Vinci 300) per affrontare la madre di tutti i problemi tra i banchi. Il termine burocratico è quello di “dispersione scolastica” e fotografa una realtà in cui, al di fuori delle aule, per gli adolescenti c’è solo il nulla. Se venti anni fa i genitori risolvevano di mandare a lavorare i figli con poca voglia di studiare, oggi non c’è più neanche quella prospettiva e per chi volta le spalle alla scuola c’è solo la strada, il gruppetto di amici che ciondola davanti ai bar, alla sala giochi o nei parchi con la buona stagione. I più fortunati passano di lavoretto in lavoretto per pagarsi le spese quotidiane. Il caso modenese è grave: il periodico specializzato Tutto scuola mette la nostra provincia al di sopra della media nazionale della dispersione dopo le medie.

Lavorando sui dati diffusi dai siti specializzati e dalla Provincia si scopre che dei 7.200 studenti che hanno iniziato le superiori nel 2009 sono arrivati in fondo senza bocciature poco meno di 5 mila. Gli altri si sono persi per strada.

«Eppure - osservano i genitori - all’esame di terza media i bocciati non arrivano neanche al 2% e tre ragazzi su quattro hanno voti di media promozione tra il 7 e il 10. Che succede alle superiori?». Il fatto è che l’obbligo scolastico si allungato sino a 16 anni e che quelli che una volta sarebbero rimasti a casa ora vengono comunque iscritti, quasi sempre agli istituti tecnici dove puntualmente si registrano percentuali apocalittiche di bocciature e rimandi. E chi non può spendere soldi per le lezioni di ripetizione deve dire addio alla scuola.

Saverio Cioce