Sette famiglie su dieci sono a casa e almeno il 90% vuole ricostruire
Errani: «Faremo molto prima rispetto ad altre calamità, spesi 4 miliardi sui 12 preventivati all’inizio» Restano le incognite sulle zone franche urbane e l’ultima tranche di aiuti che lo Stato deve coprire
BOLOGNA. Parla con talmente tanto fervore che saltella sulla sedia mentre picchia la mano sul tavolo. Difende le strategie adottate dalla Regione nella gestione del terremoto, è convinto che i numeri raccontino una versione diversa rispetto ai moti di critica che si alzano dalle zone calde del cratere. Vasco Errani, affiancato dal sottosegretario Alfredo Bertelli e Alfredo Peri (colui che farà le veci di Muzzarelli semmai sarà eletto a Modena), abbandona, per una volta, i panni del mediatore politico e dopo una premessa di garanzia fa il quadro a due anni dal sisma.
CASE E NEGOZI
«Sette famiglie su dieci - dice il commissario - sono tornate nelle loro abitazioni e tra domande già accettate e prenotazioni siamo al 90% delle pratiche. Non dico che non ci siano problemi, ma lasciatemi rivendicare che ci sia un percorso avviato. Sono orgoglioso per tre motivi: questo terremoto rispetterà le previsioni di costo iniziali, avevamo detto 12 miliardi e tali resteranno; le opere pubbliche e la ricostruzione privata sarà più breve anche rispetto a calamità simili e ben governate; delle 40mila persone finite in cassa integrazione subito dopo maggio 2012 ora ne abbiamo 215: ciò significa che la produttività emiliana ha tenuto e, anzi, con i finanziamenti paralleli uscirà più all’avanguardia e forte.
Delle 5.312 domande di contributo in iter, 2.986 sono le ordinanze di pagamento pari a 440 milioni di euro concessi. Le prenotazioni per accedere ai finanziamenti sono 7.305. I cantieri a oggi ultimati sono 1.572 (oltre il 50% delle domande finanziate). Il costo medio per pratica risulta di 60mila euro per i B e C; 235 mila euro per le E leggere; 438 mila euro per le E gravi.
GLI SFOLLATI
Sui 15mila contributi di autonoma sistemazione liquidati nei primi mesi, ecco che il dato crolla fino a quota 4700, cioè 11900 persone (il 30% degli assistiti iniziali). Stesso trend anche per gli alloggi in affitto i cui oneri sono a carico del commissario: furono 550 le famiglie inizialmente ospitate, ora calate a 320.
I SOLDI SPESI
Dodici miliardi sono il tetto massimo, quattro invece sono quelli già riversati sul territorio così suddivisi: 19 milioni per la cassa integrazione; 1,4 miliardi dal decreto legge 74; 563 milioni dalla Ue; 350 milioni dal fondo Inail per la sicurezza dei capannoni; 780 contributi per la ricostruzione; 900 milioni da rimborsi assicurativi per imprese ed enti pubblici.
I NODI ANCORA APERTI
Alla richiesta di quali siano le tempistiche per le zone franche urbane, ossia la strategia individuata per declinare l’aleatorio termine “fiscalità di vantaggio”, Errani non si sbilancia per nulla. «Insistiamo con il governo - dice - anche grazie al lavoro dei parlamentari. Finora non ci siamo riusciti, ma continuiamo a lavorarci». La sensazione è che per un progetto così strutturale si debba attendere l’autunno e la legge di stabilità.
C’è poi quel miliardo che ancora manca all’appello per completare il pacchetto da 12. Servirà per il completamento del piano delle opere pubbliche a partire dal prossimo anno, visto che quello valido nel biennio 2013-14 ha già avuto la disponibilità per 537 milioni di cui 131 sulle opere pubbliche (179 interventi); 288 sui beni culturali (363 progetti); 123 per scuole e università.