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Bugatti, a Campogalliano 200 ex dipendenti per ricordare - FOTO - VIDEO

Bugatti, a Campogalliano 200 ex dipendenti per ricordare - FOTO - VIDEO

Si sono ritrovati nel vecchio stabilimento chiuso da anni: «Onoriamo i tempi passati»

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CAMPOGALLIANO. Per un giorno nell'ex stabilimento della Bugatti a Campogalliano si è tornati a rivivere il mito del celebre marchio automobilistico. Erano più di 200 gli ex dipendenti che ieri si sono ritrovati all'interno dell'azienda, in cui dal '90 al '95 si è prodotta un'auto capace di passare alla storia come la EB110, presentata al salone di Parigi nel 1991. Proprio nel 1991 ricorrevano i 110 anni dalla nascita del fondatore Ettore Bugatti, di cui EB sono le iniziali. Ieri giorno di festa, di ricordi e per i tanti dipendenti varcare nuovamente il cancello dello stabilimento, chiuso da tanti anni, e incontrare i colleghi è stato come fare un tuffo nel passato. «Avrò distrutto una decina di EB110», esordisce così Federico Trombi, ex responsabile omologazione e ricerca Bugatti, che spiega: «Dovevo fare omologazioni e collaudi, provavo le auto fino al limite per la sicurezza. Ma avevamo ottenuto anche il certificato per l'America, difficile da prendere. Qui a Campogalliano abbiamo costruito un'automobile unica. Costava più di 650 milioni di lire, e ne venivano prodotte 120 all'anno. Ha 25 anni, ma non li dimostra». La Bugatti EB110 negli anni '90 rappresentava lusso e sportività. A parte il prezzo stratosferico, l'auto si caratterizzava per soluzioni come l'adozione del primo telaio in carbonio, un motore 3.5 litri 12 cilindri capace di erogare 610 cavalli su trazione integrale, o solo posteriore come nella versione Super Sport, acquistata da Michael Schumacher in colore giallo. Auto da collezione oggi introvabili, e ai fortunati proprietari sparsi per il mondo ci pensa Gianni Sighinolfi, ex responsabile sviluppo e industrializzazione, con un passato in Maserati: «Oggi lavoro esclusivamente sulla EB100 e mi occupo della sua manutenzione. Sono uniche e in questo modo portiamo avanti la storia di questa vettura, che come tanti qui abbiamo visto nascere e crescere. Una di queste la possiede lo Sceicco del Qatar, ma ce n'è una anche in Messico». Poi i tanti aneddoti che ieri giravano fra i dipendenti. Come quello del colore “blu Bugatti”. Si racconta che il fondatore Ettore affascinato dal colore del pacchetto di sigarette Gauloises, lo volle anche per le sue vetture. Meno di dieci anni è durata la meteora Bugatti a Campogalliano, rilevata poi da Volkswagen in seguito al fallimento. Oggi l'unico modello, la Veyron, viene prodotta in Germania. Una breve esperienza italiana e modenese, che però a molte persone di Campogalliano ha cambiato la vita.

Marco Amendola

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