Sanità modenese, maglia nera per i tempi delle visite
I sindacati: «I dati Ausl parlano chiaro: attese di 213 giorni per le mammografie»
Tempi di attesa per visite ed esami troppo lunghe? Allora si creino “corsie preferenziali”, percorsi di accesso agevolato per i malati cronici potenziando anche l’attività convenzionata. Cgil, Cisl e Uil intervengono ancora una volta sui disagi dovuti ai tempi lunghi per le visite e illustrano le problematiche, chiedendo di mantenere aperto il tavolo di confronto iniziato ilo 12 maggio scorso.
«Il primo dato che si è evidenziato - scrivono i sindacati - è che l’Ausl ha confermato che Modena è “maglia nera” in Regione per i tempi di attesa. Non tanto per le cosiddette urgenze, sia quelle da farsi entro le 24 ore sia per le urgenze alle quali si riesce a dare risposta entro 15 giorni. Il vero problema rimangono i tempi di attesa per le attività programmate, sia per visite specialistiche che per esami diagnostici».
«I dati forniti dall’Ausl, rilevati nel mese di aprile, evidenziano un pressoché totale sforamento del limite dei 30 giorni di attesa per le visite specialistiche e dei 60 giorni per la diagnostica previsto dalla normativa regionale, con punte di attesa di 213 giorni per la mammografia, 213 giorni per la protesica conservativa, 168 giorni per Tac all’addome, 169 per Tac al bacino, 165 giorni per Tac al torace, 133 per la gastroscopia, 158 giorni di attesa per la colonscopia, 109 giorni per una visita ortopedica, 181 giorni per la Rmn all’addome, 99 giorni per una visita chirurgica vascolare, 113 giorni per l’elettrocardiogramma Holter».
«È vero - continuano i sindacati - che per alcune prestazioni, come le visite cardiologiche, oculistiche e dermatologiche, sono previsti percorsi di garanzia che assicurano i tempi previsti dalla normativa, ma è evidente dai dati che per molte prestazioni i tempi sforano i limiti. Così come è vero che è necessario migliorare l’appropriatezza delle prescrizioni per una diagnostica sempre più mirata e per evitare esami inutili. Stiamo stanno verificando le proposte dell’Ausl di agire sia dal punto di vista organizzativo creando percorsi di accesso agevolato per i malati cronici, sia con il potenziamento dell’attività convenzionata. La politica dei tagli lineari alla sanità di questi ultimi anni rendono problematico l'aumento delle prestazioni mutuabili dentro le strutture pubbliche che sono maggiormente gradite alla cittadinanza, perché assicurano percorsi di qualità maggiormente integrati di cura-assistenza, e su cui però hanno insistito le parti sindacali. Si è concordato con l’Ausl di proseguire il confronto finalizzato alla ricerca di soluzioni organiche ai tempi di attesa».