Migra l’ultimo dei pastori «Qui troppa burocrazia»
Fiumalbo. Mirco Nardini si è trasferito in Trentino: «Al nord la transumanza non è ostacolata come in Emilia. Eppure anche Slow Food mi aveva sostenuto»
FIUMALBO. «Mi hanno fatto smettere». Mirco Nardini era l’ultimo dei pastori transumanti del nostro Appennino. Ha deciso di prendere con sé gregge e cani pastori e trasferirsi a nord, verso il Trentino, alla ricerca di miglior fortuna. «La burocrazia non ti lascia muovere - ha spiegato - e le contravvenzioni sono alte. In Trentino è decisamente un’altra realtà». Nardini era divenuto un punto di riferimento nel suo campo. Entrato giovane nel mondo della pastorizia, ogni anno rinnovava dalla sua Fiumalbo un’antica tradizione. Partiva con il suo gregge di oltre seicento pecore verso i pascoli del nord. Viaggi di oltre duecento chilometri, a piedi, che destavano ammirazione e anche stupore nel terzo millennio. Come compagni aveva non solo gli animali, di razza protetta, ma anche personaggi dei mondi della canzone, del gusto e dell’impresa. Come Francesco Guccini e Carlo Petrini di Slow Food, che ha incontrato nell’ambito dell’iniziativa “Il cibo delle Rezdore”; ancora, Massimo Bottura ha preparato per lui pietanze lungo l’argine del Panaro. Tanti anche i percorsi riservati ai giovani e ai più curiosi, come la tappa al castello di Pavullo, in cui è stato possibile cimentarsi nella conduzione di un gregge; un appuntamento organizzato per salutare Mirco, le sue pecore e i suoi cani pastore, prima della partenza verso il Polesine. Due anni fa, la sua storia è divenuta un documentario pubblicato anche sul web. Si tratta di “Transumanza di Mirco - giovane pastore errante”: quaranta minuti di video, con camei di Ivano Marescotti e dello stesso Bottura, in cui Giacomo Lugli e Stefano Torreggiani hanno tratteggiato con immagini i percorsi del fiumalbino. Un filmato che è stato proiettato in diverse occasioni pubbliche ed è stato caricato a puntate su YouTube. Durante i viaggi, il giovane pastore ha avuto modo di conoscere nuove realtà e di effettuare confronti con la dimensione emiliana con cui era continuamente a stretto contatto. «In Emilia Romagna - ha aggiunto - ti fanno smettere piano piano. La burocrazia ti ferma. Da altre parti, bastano due permessi e via. In Trentino vogliono più bene agli agricoltori, mi trovo molto meglio». Nel Modenese Mirco era l’unico a proseguire sui sentieri dell’antica transumanza; in Trentino non è così, ma ciò non sembra creargli problemi. «È ancora molto sentita - ha spiegato - mentre nell’Appennino modenese non c’è più. L’Emilia Romagna non ti aiuta, ti uccide. La Lombardia bene o male ti dà una mano, come la Toscana e il Trentino. Sono andato via perché non sono andato troppo bene nella provincia di Modena: mi hanno fatto smettere».
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