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Renzi mattatore in piazza Grande «I fischi li fa chi non ha idee» - LIVETWITTER - RIVEDI IL COMIZIO - VIDEO/1 - VIDEO/2 - VIDEO/3

di Davide Berti
Renzi mattatore in piazza Grande «I fischi li fa chi non ha idee»   - LIVETWITTER - RIVEDI IL COMIZIO - VIDEO/1 - VIDEO/2 - VIDEO/3

Il segretario del Pd paralizza il centro: vasca in via Emilia, selfie, baci, “cinque” con i bambini stravolgendo il protocollo della scorta. Scherza con i grillini e i leghisti ai banchetti elettorali PARLIAMOCI - L'impegno dimenticato di Enrico Grazioli

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Non saranno stati i diecimila che ha osannato il Pd nelle gara emiliano-romagnola a chi ha la piazza più piena. Anche seimila, settemila persone in piazza Grande bastano per decretare un successo al di sopra delle aspettative per il tour di Renzi in provincia che, si può dire con certezza, ha fatto registrare il tutto esaurito. Benissimo a Sassuolo, incontro politico riuscito a Medolla, e la bolgia a Modena grazie a quella qualità che, piaccia o no, bisogna riconoscere a Matteo Renzi: la capacità di riuscire ad invertire e a innalzare l’umore della piazza.

Renzi in città è arrivato poco prima delle 18. Appuntamento in Largo Porta Bologna, dove la scorta, cordiale ma molto attenta, ha fermato le auto. Ad attenderlo la delegazione Pd con diversi aspiranti consiglieri comunali, i segretari Bursi e Sirotti, e davanti a tutti il sindaco Pighi e il candidato Muzzarelli. L’abbraccio di rito e poi la vasca in via Emilia ricca di fuori programma.

Perché Renzi è così, anche da presidente del Consiglio. Il cerimoniale e il protocollo non esistono. Tutti lo fermano, e lui si ferma con tutti. Ci vogliono dieci minuti per i duecento metri che lo separano da piazza Grande: si ferma con le ragazze che gli chiedono un selfie, si ferma coi bambini per un cinque di rito, ferma lui un bambino in bicicletta con il padre per sapere il risultato del Modena, che citerà anche dal palco.

Trova anche il giusto spirito per fermarsi nei vari banchetti elettorali: saluta i grillini e i leghisti, camminando al centro della strada un cittadino, tra la folla che si apre, gli urla “bugiardo”. Ma finisce lì.

Siparietto anche con il candidato sindaco di Cambiamodena Antonio Montanini, professatosi renziano: cerca di avvicinarlo ma la scorta lo allontana. Non mancherà, in questo senso, la polemica. Montanini si dice «bloccato e spintonato da presunti addetti al servizio d'ordine» e un comunicato a firma della sua lista dice che «ha reagito duramente nei confronti degli stessi e del Muzzarelli, gridando che i cittadini Modenesi non si faranno certo intimidire da questi sistemi sovietici. Evidenziando poi - prosegue la nota - che, trovandosi in suolo pubblico, ciò che stava avvenendo era un atto illegale, oltre ad una mancanza di rispetto dei più elementari principi di democrazia». Schermaglie da campagna elettorale ben presto sedate.

La piazza lo attende, migliaia, certamente fino a settemila persone ad osannarlo tra la folla che si apre al suo passaggio. È l’effetto Renzi. Sale sul palco dei comizi, abbellito da un fondale che invita al voto per le Europee, dove lo aspettano oltre a Pighi, Muzzarelli, Bursi anche il segretario regionale e responsabile nazionale degli enti locali Pd Stefano Bonaccini, oltre alle candidate per Bruxelles Cecile Kyenge e Alessandra Moretti.

Gli autonomi lo fischiano in stile vuvuzela, tanti cartelli dei comitati delle zone terremotate e alluvionate, lui risponde a tutte le provocazioni.

«Il Pd non ha paura della piazza perché la piazza è casa sua», e poi citando “beppegufo”: «i fischi li fa chi non ha idee. Se qualcuno avesse dei dubbi sul fatto che la piazza sia il luogo del Pd, questo weekend è la risposta», ha detto. Poi il premier è passato a rivendicare quanto fatto per il post-terremoto. Dicendo ai contestatori: «Se volete dare voce ai fischi svolgeremo anche questa funzione sociale di accogliere il vostro fischio trasformandolo in canto e speranza».

Così, oltre a dare la carica al Pd modenese spingendo Muzzarelli, e a dare la carica anche al Modena - «ho visto che ha vinto, Babacar è di origine fiorentine» - Renzi ha toccato anche i temi di maggiore discussione a livello nazionale: «Se noi abbiamo problemi con l’Europa la colpa non è dei tedeschi come vogliono far credere i campioni di alibi. È normale che abbiamo i problemi che abbiamo con l’Ue se ci mandiamo Borghezio. Poi ci ritroviamo la politica sull’immigrazione come quella che c’è», ha concluso Renzi riferendosi all’eurodeputato leghista.

E ancora: «Oggi l’Italia è un bivio: imboccare la strada della vittoria col nostro voto, oppure rimanere come siamo. Non fate gli schifiltosi se qualcuno tra i grillini e il centrodestra dirà di votare per il Pd, toglietevi la puzza sotto al naso. Noi siamo quelli che rispettiamo tutti, diciamogli che per 20 anni abbiamo sopportato e adesso basta».

E poi via, dopo il proverbiale “in bocca al lupo” a Muzzarelli, ancora selfie, foto e baci, imboccata via Lanfranco raggiunge le auto della scorta parcheggiate davanti al Duomo per volare a Reggio Emilia a cena da Graziano Delrio, prima di un altro bagno di folla a Reggio Emilia.

@dvdberti

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