Gazzetta di Modena

Modena

Due anni dopo c’è ancora troppo da fare

di Serena Arbizzi
Due anni dopo c’è ancora troppo da fare

Alle 4 del 20 maggio 2012 la terra ha tremato distruggendo il territorio, da allora la ricostruzione è lenta: ecco perché

19 maggio 2014
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Ore 4.04 del 20 maggio 2012. La Bassa trema e quelle scosse modificheranno il volto del suo territorio per sempre. Domani saranno trascorsi due anni esatti da quella data terribile, dopo la quale gli abitanti si sono ritrovati a fare i conti con danni, più o meno gravi, ad abitazioni, imprese, edifici pubblici e privati. Molti hanno dovuto trasferirsi in sistemazioni temporanee, come i moduli abitativi provvisori, che dominano ancora il panorama della Bassa. Cittadini e imprese, in molti casi, devono ancora vedere un euro dei contributi promessi dalla Regione e la ricostruzione procede a rilento a causa della burocrazia. Nonostante ciò chi ha subito danni non si piega. «Il ricordo del 20 maggio è triste - rammenta Giampaolo Palazzi, titolare delle Officine meccaniche Bgp di San Felice - La burocrazia ha allungato notevolmente i tempi ed è vergognoso che a distanza di due anni da quella data ci siano imprenditori che soffrono tantissimo. Buona parte dei titolari d'impresa siamo in attesa di essere liquidati. Chi ha danni per migliaia di euro sta aspettando i risarcimenti, mentre chi dovrebbe essere risarcimento per somme importanti, come noi che dovremmo ricevere 1 milione 200mila euro, stiamo ancora integrando pratiche. Tutto questo è sintomo di una burocrazia che non va: gli uffici tecnici “pubblici” fioriscono di personale giovane e inesperto che va affiancato da altro personale più “navigato” con il risultato che si disperdono risorse. La Regione e i sindaci, poi, avrebbero potuto fare di più…». Anche i comitati nati dopo il terremoto sono sul piede di guerra e continuano a pungolare la Regione. «Innanzitutto c'è il problema della non ricostruzione, - chiosa Sandro Romagnoli, referente di Sisma.12 - una ricostruzione studiata e portata avanti su due binari e due velocità diverse. Da una parte la ricostruzione pubblica, dall'altra quella privata. Sulla ricostruzione pubblica sono state spese cifre ed energie e l'iter è molto semplificato. Nella ricostruzione privata ci ritroviamo oltre 280 ordinanze che non facilitano minimamente il percorso. Dalle cifre che lo stesso presidente Errani ha fornito ritroviamo su 14mila immobili che in qualche modo sono interessati dalla ricostruzione, di cui solo 7mila hanno fatto la prenotazione per incamminarsi nel percorso di risarcimento danni, mentre altri 1500 sono fuori dal percorso della ristrutturazione con il contributo. C'è ancora il problema della restituzione dei prestiti per il pagamento delle tasse, tuttora fermo, nei fatti a due anni. E rimane il tema dei mutui sulle case inagibili. Quando abbiamo posto il quesito alla Regione ci siamo sentiti rispondere di telefonare all'Abi».