Modena Est e il Sert «Noi eravamo pronti c’è chi si è fermato»
I residenti del quartiere rivelano i retroscena della trattativa «Comune doveva coinvolgere Modena Ovest, non l’ha fatto»
Modena Est era pronta ad accogliere una sezione ridotta del Sert, chiedeva soltanto un percorso condiviso che coinvolgesse tutta la città al fine di evitare di creare semplicemente una situazione analoga a via Sgarzeria, soltanto in altra zona della città.
A ricostruire la dinamica di un percorso interrotto avviato dal Comune per il trasferimento del Sert dall’attuale sede, ma non ancora giunto a conclusione dopo 18 anni, è Giovanni Gobbi residente nel quartiere e impegnato in prima persona in quel percorso.
Tuto ha avuto inizio quando dal Comune partì la proposta: dividere il Sert in due: parte nella zona Est, parte nella zona Ovest della città di Modena.
«Venuti a conoscenza del possibile trasferimento di parte del Sert in una struttura nel quartiere di Modena Est (tra l'altro tale struttura è vicina ad una scuola elementare ed ad una materna), molte associazioni del quartiere, che hanno fatto? - ricostruisce Gobbi - Si sono riunite ed hanno iniziato a pensare di individuare un percorso di integrazione nel tessuto sociale del quartiere per queste persone che sicuramente molti di essi hanno recato danni alla società, me che, altrettanto sicuramente, tutti (e dico tutti) dalla società ben poco hanno avuto. E così, il Comitato genitori della Scuola primaria di Palestrina, la Parrocchia Regina Pacis con la Caritas, la polisportiva di Modena Est, il Comitato Cittadini di Mo Est, la Circoscrizione 2, hanno chiesto un incontro con l'A.U.S.L. e con il Comune di Modena per pianificare congiuntamente i metodi e gli strumenti per l'accoglienza e per i percorsi di integrazione a favore degli utenti del Sert». Un percorso quindi di inglobamento e non di respingimento per questa struttura «La comunità dle quartiere, invece di fare fronte comune o erigere barriere - spiega Gobbi -, si è mobilitata per dare delle risposte concrete a persone (colpevoli o non colpevoli non è in questo caso rilevante) in stato di obiettiva necessità». Un anno fa si è svolto l’incontro alla presenza dell’assessore ai servizi sociali, di ausl e di tutti i rappresentanti coinvolti-.
«Durante l'incontro siamo stati informati che non era stata trovata alcuna soluzione per quanto riguarda la parte del Sert che avrebbe dovuto trasferirsi nell'area Ovest della città. - spiega Gobbi - A questo punto abbiamo evidenziato che non sarebbe stato possibile operare con un numero eccessivo di utenti, in quanto il territorio non aveva assolutamente la capacità di far fronte ad un eccessivo numero di persone con cui intraprendere un cammino solidale di integrazione sociale. Il rischio, o meglio la certezza, sarebbe stato di spostare il "ghetto Sert" (mi si perdoni la frase forte, ma penso che renda bene l'idea) da un quartiere all'altro di Modena. Al termine della riunione ci siamo lasciati con la garanzia che la "parte pubblica" ci avrebbe informato degli ulteriori sviluppi della vicenda.
Avete avuto voi alcuna risposta in materia? Noi no, stiamo aspettando da più di un anno e tutto tace».
A Modena Est tengono quindi a far sapere che nessuno è contrario a una strututra del genere. «L'unico rilievo che obiettivamente si può fare è che l' amministrazione uscente e l'Asul. si sono dimostrate totalmente incapaci di ascoltare; personalmente sono sempre più convinto che alla gente comune si debbano dare le risposte che richiede, positive o negative che siano, ripeto, le risposte si debbono dare e non "fare finta di niente" come è successo in questo caso».
Quindi a Modena Est si dicono ancora in attesa e non solo anche delusi.
«Oltre a sentirci abbandonati per quanto riguarda questo problema ci sentiamo anche un po' presi in giro, mi si permetta l'eufemismo. Ma non si dica che noi siamo il quartiere che rifiuta. Se tutti facessero la loro parte come Modena Est ha dimostrato di fare, il "nodo SERT" e tanti altri problemi della città sarebbero stati risolti da molto tempo».