Termosanitari Corradini riapre?
Ok ufficioso del tribunale al concordato preventivo. Le prospettive
Apertura della nuova Corradini Termosanitari a giugno. È quanto si legge in un cartello affisso sull'ingresso dell'azienda di via Costa, oggi in concordato preventivo, una procedura che ha creato malcontento da parte di alcuni creditori che potranno ricevere il pagamento probabilmente solo di un decimo di quello che vantano verso l'azienda.
La vertenza va avanti da mesi. La crisi della Termosanitari Corradini, azienda modenese divenuta di proprietà veneta e con diversi stabilimenti in Emilia Romagna, è iniziata lo scorso anno a causa della sofferenza registrata nei mercati in cui opera: già a marzo erano stati attivati i contratti di solidarietà. Poi durante l’estate lo spauracchio della cessazione dell'attività e i primi scioperi. Fino alla richiesta di un concordato preventivo, per scongiurare una crisi ormai acclamata e aggravata da un decreto ingiuntivo per 3,4 milioni di euro. E dopo vari incontri e iniziative di lotta, l'accordo con i sindacati. Dei 280 lavoratori iniziali, sono rimasti circa 170 (di cui una sessantina nel Modenese), oggi in cassa integrazione straordinaria a zero ore per un anno e in scadenza a marzo del prossimo anno, ammortizzatore a cui si aggiunge la mobilità su base volontaria. L'accordo è stato firmato presso il ministero del lavoro nei mesi scorsi. Ma gli scenari per la società sono diversi e qualche speranza per i lavoratori sembra affacciarsi all'orizzonte. Per la parte bolognese sembra ci sia l'interessamento della Ciicai. Mentre per Modena, Sassuolo e Rimini avrebbe manifestato interesse un’altra realtà, la cui compagine societaria non è ancora nota, considerando che ancora nessun accordo è stato firmato con il sindacato. E se è vero che il cartello affisso all'ingresso della società in via Costa a Modena sembra parlare chiaro, è anche vero che l'operazione di eventuale acquisizione da parte di questa realtà imprenditoriale è subordinata alla decisione del tribunale sull'accettazione o meno della procedura di concordato preventivo. Non è ancora ufficiale, ma dalle prime indiscrezioni sembra che la procedura di concordato sia passata. I creditori chirografari (i fornitori, per intenderci) avevano tempo per votare fino al 13 maggio scorso. Nei prossimi giorni, dunque, dovrebbe arrivare la decisione ufficiale del Tribunale. Incerta al momento la percentuale di soddisfazione del credito per i creditori. La procedura era iniziata con una proposta di rientro del credito pari al 25% (già bassa a dire dei fornitori), poi scesa al 5% e poi probabilmente risalita al 10%. Le ipotesi sul tavolo sono comunque di percentuali irrisorie. Ne sono convinti alcuni creditori - fornitori, che esprimono malcontento pensando a quanto entrerà nelle loro tasche a fronte di debiti anche milionari.
Felicia Buonomo