Caso Cnh, si spinge per l’accordo
La gestione del tennis: «Perché la Discovery non è stata ascoltata e consultata?»
La vicenda del campo Cnh e della sua assegnazione - spazio da 46mila metri quadri che il Comune vorrebbe affidare senza gara - torna di attualità.
Ieri si è tenuto l’incontro annunciato dal Comune nel quale è emersa la necessità di trovare un accordo. Ed è soprattutto il tennis l’interrogativo più grosso. Ci si chiede: perché dare il benservito ad una società che ha riportato lì il tennis con numeri e qualità senza nemmeno chiederle di restare? È’ il caso della Discovery Planet, che spiega le sue ragioni: «Nella discussione legata alla vicenda del centro sportivo Cnh-Fiat sta rischiando di passare sotto silenzio l’attività di chi questo centro ha contribuito a mantenerlo in vita, facendone una realtà sportiva e sociale di importanza assoluta per la comunità locale. Dal 2006, infatti, la Discovery Sport Planet, società sportiva dilettantistica creata dal maestro Elio Agnoli, insieme agli istruttori di tennis Marco Gasperini, Andrea Gasperini e Riccardo Gasperini, svolge la sua attività sui campi di via Cassiani, affermandosi come punto di riferimento del tennis modenese, sia per i ragazzi che per gli adulti. A fronte di questa attività, dispiace vedere come il dibattito sia focalizzato sugli enti di promozione, dimenticando il ruolo che La Discovery Sport Planet ha esercitato e, soprattutto, che vuole continuare a svolgere. Escluderci da dibattito, dalla possibilità di continuare a svolgere la nostra attività sui campi dell’ormai ex centro sportivo Cnh-Fiat, significa rinunciare alle competenze maturate sino a oggi, significa rinunciare ai rapporti stabiliti con la comunità in otto anni di attività. Significa, cioè, un disvalore per il quartiere Sacca. In questi anni abbiamo dimostrato di poter crescere con le nostre sole forze, senza mai chiedere nulla a nessuno e ora vorremmo proseguire con le nostre politiche di sviluppo con nuovi investimenti, vale a dire incrementare i servizi che stiamo rendendo a tanti giovani e alle loro famiglie. Non vogliamo che il 30 giugno, quando terminerà la gestione degli impianti da parte della Cnh-Fiat, rappresenti la fine di questa bella storia di sport e con noi non lo vogliono una comunità formata da 400 famiglie».