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Verso le elezioni/ La doppia preferenza che cambia gli equilibri

di Davide Berti
Verso le elezioni/ La doppia preferenza che cambia gli equilibri

Cosa cambia nel voto di lista: si potranno scegliere fino ad un massimo di due nomi ma dovranno essere di sesso diverso, pena l’esclusione dell’ultimo

20 maggio 2014
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La doppia preferenza è la prima vera incognita di questa elezione.

La legge prevederà, infatti, per la prima volta alle Amministrative, la possibilità di scrivere non uno ma due nomi per il consiglio comunale, accanto alla lista scelta, con una sola clausola: dovranno essere un uomo e una donna e non si potranno votare due persone dello stesso. Ovviamente, in caso di doppia preferenza, i due nomi dovranno appartenere alla stessa lista.

Ragioniamo sul Pd, che è il partito nel quale questo esercizio funzionerà maggiormente. In quanti faranno valere questo nuovo diritto? Non tutti quelli abituati ad esprimere preferenze, questo è certo, ma il numero dei voti espressi aumenterà con altrettanta certezza. Ecco perché, per essere certi, bisogna fare un bottino ancora più ricco. Ma non ci sono solo i numeri, per ora del tutto ipotetici, a delineare il possibile scenario. C'è anche una connotazione politica piuttosto forte. Un ruolo importante lo stanno giocando proprio i ticket e un altro aspetto arriva dai circoli. Non è un mistero che in passato, il partitone, munito di cartina di Modena, dividesse le zone a seconda dei circoli di provenienza per ognuno dei candidati. E chi sgarrava veniva redarguito. Ora questo schema non vale più. Si sta andando verso un “tutti contro tutti” che potrà portare a promozioni eccellenti e a bocciature roboanti. Qualcuno proverà a marcare il territorio, ma il voto libero, viste anche le divisioni tra le varie anime presenti in lista, avrà certamente la meglio. Con una curiosità: in passato, chi aveva ottenuto il numero più alto di consensi, era soprattutto di area Margherita, capaci di concentrare le preferenze su poche persone. Riusciranno le diverse anime Pd a fare la stessa cosa?

Se il Pd dovesse vincere al primo turno con una percentuale non clamorosa il numero dei consiglieri comunali dovrebbe oscillare tra i 18 e i 19. E per essere certi di conquistare uno dei seggi c'è già chi, calcolatrice alla mano, ha fatto i primi conti: per essere certi di far parte della squadra che appoggerà Muzzarelli, in caso di vittoria, servono qualcosa come 350 preferenze. Una stima, è chiaro, ma veritiera se si tiene conto di quanto successo in passato: nel 2009 il Pd fu capace di esprimere 9449 preferenze per i 40 eletti, con una media di 236 voti. Se si va, invece, a guardare i soli eletti, le preferenze ammontano a 6718 e la media cresce. Fece il botto Stefano Bonaccini, con oltre 700 voti personali, chi entrò col “punteggio” più basso, invece, totalizzò 173 voti. Salirà la soglia di ingresso, tra i 250 e i 300 voti se venissero confermate le stesse preferenze. Si tratterà di una cifra notevole per una città come Modena, basti pensare che nella precedente tornata elettorale solo cinque consiglieri avevano superato il traguardo dei 350 voti. Ma la proporzione cambierà. Sì, perché questa volta la lista dalla quale scegliere conterrà soltanto 32 nomi, che sarà anche il numero totale dei consiglieri che comporranno la nuova assemblea in virtù della nuova legge. Doppie preferenze comprese.

@dvdberti

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