Gazzetta di Modena

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La procura: archiviamo l’accusa a Ralenti e Fornari

La procura: archiviamo l’accusa a Ralenti e Fornari

Serramazzoni. L’indagine incentrata sull’anello trovato a casa dell’ex sindaco Il pm chiede la prescrizione, ma il giudice non si convince e dispone un’udienza

20 maggio 2014
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SERRAMAZZONI. Per la Procura non ci sono più gli estremi per procedere a carico degli ex sindaci Sabina Fornari e Luigi Ralenti, della moglie di quest’ultimo e del solito geometra Tagliazucchi, tutti indagati in questo caso per associazione a delinquere e concussione.

Il pm Clauda Natalini ha chiesto infatti nei giorni scorsi l’archiviazione, per uno dei tanti rami delle inchieste su Serra, quello che molti associano al famoso anello sequestrato a casa Fornari dalla guardia di Finanza. L’archiviazione sarebbe incentrata in sostanza sulla prescrizione, ovvero sul fatto che sono passati troppi anni dai fatti, per poter efficacemente perseguire eventuali responsabili. L’indagine si è infatti arenata, ma l’archiviazione non è così scontata. Il giudice per le indagini preliminari, dottoressa Paola Losavio, leggendo gli atti della richiesta di archiviazione non si è affatto convinta che la questione possa finire così. Per capirne di più, ha fissato una udienza in camera di consiglio, nel corso della quale sentirà le parti, prima di una decisione definitiva.

Come si ricorderà, durante la famosa e contestata perquisizione a San Dalmazio, a casa Fornari, ormai due anni or sono, Finanza ha trovato il famoso anello. Per la difesa del sindaco un regalo legittimo e privo di rilevanza probatoria. Per i riscontri testimoniali inizialmente raccolti dai finanzieri, invece, una possibile prova, con tanto di riscontri testimoniali. E, tra i testimoni, i finanzieri avevano scovato i due anziani coniugi che si erano rivolti ai Fornari per una delle tante trasformazioni edilizie di questi anni. Un terreno sulla Nuova Estense, tra Serra e Pavullo, in una delle aree panoramiche e naturalistiche più appetite.

«Era da tempo che volevamo trasformare quel terreno in edificabile, per venderlo - avevano raccontato i due coniugi, sulle prime molto restii - le cose con il nostro ingegnere andavano per le lunghe, così abbiamo deciso di rivolgerci a Gino Fornari, in quanto nonno della Sabina che era assessore all'Urbanistica. Così siamo andati a casa dei Fornari, a San Dalmazio...». Questo il tono, nella sostanza, delle dichiarazioni rese dai due testimoni. Secondo le ipotesi investigative della Finanza, in questo incontro i due aspiranti immobiliaristi avrebbero capito che dovevano regalare un anello. A quanto è emerso, però, la “signora degli anelli” non sarebbe stata l'ex sindaco, ma un'altra parente sua e di Gino: «Questa persona - aveva spiegato uno dei due testimoni, la moglie - parlava con noi riferendosi alla possibilità che Sabina potesse velocizzare la nostra pratica. E osservava l’ anello al mio dito, mi diceva che gli piaceva, che io avevo sempre dei gioielli molto belli... Io e mio marito abbiamo presto capito che ci si stesse indirettamente chiedendo di regalare un anello a Sabina». I testimoni hanno poi raccontato di essere stati a Pavullo, in una nota gioielleria, e di avere portato ai Fornari l'anello che qualche giorno dopo, incrociandola in pizzeria, «Sabina aveva già al dito». Vero o falso, nel 2011 i coniugi erano poi stati invitati in municipio per assistere ad un Consiglio comunale: «Al termine la Fornari si è rivolta a noi dicendo che la variante era passata, e potevamo fabbricare». Ma non è andata così. E ora quel lungo e intrigante incartamento investigativo saprà se avrà la dignità di un processo, o semplicemente di materiale per raccontare un domani di innocenti storie e costumi serramazzonesi. (ase)