Gazzetta di Modena

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Cemento nel parco/ “Chioschi bulgari”, il Comune: siamo pronti a demolire tutto

Cemento nel parco/ “Chioschi bulgari”, il Comune: siamo pronti a demolire tutto

Retromarcia della giunta: nuovo progetto con solo tre strutture da realizzare in legno e acciaio Nella delibera appello alla Procura affinchè dissequestri i cantieri e tenga conto della “buona volontà”

22 maggio 2014
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L'amministrazione comunale fa retromarcia e per tentare di uscire dall'impasse dei “chioschi bulgari” sequestrati dalla Procura nel parco per sospetti abusi edilizi, chiede di abbatterli, di fatto dando ragione ai cittadini e agli ambientalisti che da mesi protestano contro le strutture in cemento armato.

È una vera e propria mossa della disperazione da parte del Comune che a suo tempo fornì ai commercianti il permesso di costruire all'interno dell’area verde tutelata, dopo avere ottenuto 18 via libera dalla Soprintendenza. Ieri la giunta - che finora aveva difeso a spada tratta il progetto, in particolare il sindaco Pighi - ha approvato una delibera che ridimensiona, ma non manda in soffitta, il programma di riqualificazione urbanistica e commerciale del parco e dice sì alla richiesta dei gestori di abbattere i pilastri in cemento. L'obiettivo dell'amministrazione è di ottenere dalla Procura il dissequestro dei quattro cantieri e in questo modo poter procedere all'abbattimento e alla successiva ricostruzione attraverso materiali "congrui" come legno e vetro.

Ma non c'è solo questo nella decisione degli amministratori cittadini. Il programma di riqualificazione di quello che il comune continua a definire "Parco delle Mura" - gli ambientalisti ritengono invece si tratti del vincolato Parco della Rimembranza - viene inoltre ridotto notevolmente. Si passa dai dodici chioschi di inizio progetto, poi diminuiti a sette fino ai tre appunto modificati e più “leggero” che, sempre secondo l'amministrazione, potrebbero aprire a fine estate.

Ovviamente c'è un "se" grosso come una casa ed è il via libera che dovrebbe fornire la Procura. «Rispetto alle soluzioni costruttive il Comune di Modena - spiega una nota stampa - accoglie positivamente la richiesta dei titolari di abbattere i pilastri in cemento armato e la loro sostituzione con montanti in acciaio o legno, per la quale sono già state presentate agli uffici tecnici le apposite Scia, le Segnalazioni certificate di inizio attività. La delibera incarica il sindaco Pighi di trasmettere ufficialmente alla Procura della Repubblica la relazione tecnica alla base del provvedimento affinché ne tenga conto nelle eventuali istanze di dissequestro che i titolari dei chioschi Bobotti, Tosco-Sogeba e Bar Elio hanno dichiarato di voler presentare dopo aver depositato la Scia con le modifiche delle caratteristiche costruttive».

Dunque lo scenario che immagina piazza Grande è un futuro per i tre chioschi citati dopo l'eventuale dissequestro e la concomitante decadenza dei permessi di costruire degli altri gestori delle ex baracchine, ossia Lido Park, il Cedro di Serafini e la Capannina. Decisioni sospesa invece per il chiosco El Paseo che era stato già "rimandato" al prossimo anno per vizi di forma nella documentazione presentata: i chioschi al parco potrebbero dunque diventare quattro ma se ne occuperà la prossima giunta.

Ai chioschi Bobotti, Tosco-Sogeba e Bar Elio, inoltre, la delibera comunale assegna in caso dissequestro il contributo di 10 mila euro che originariamente era previsto solo al termine dell’intervento edilizio. Un “bel gesto” per evitare, forse, di vedersi citati in tribunale in una causa di risarcimento danni.

Stefano Luppi