Gazzetta di Modena

Modena

Due salvatori per l’azienda Corradini

Due salvatori per l’azienda Corradini

La bolognese Ciicai e una società dell’ex direttore Notari pronte garantire la ripresa dell’attività ma si attende il tribunale

21 maggio 2014
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Tutto è nelle mani del Tribunale di Modena, che dovrà esprimersi sulla proposta avanzata per salvare parte della Termosanitari Corradini, azienda con proprietà padovana attiva nella commercializzazione di termosanitari, con 21 filiali principalmente concentrate in Emilia-Romagna.

Due sono le aziende interessate, da una parte la Ciicai, che rileverebbe parte della filiale bolognese e la Nuova Termosanitari Corradini, costituita appositamente da due ex dipendenti dell'azienda. Insieme, le due realtà industriali salverebbero così una cinquantina di lavoratori (dei 170 circa rimasti), ora in cassa integrazione a zero ore (attiva a marzo scorso per un anno), ammortizzatore a cui si aggiunge la mobilità su base volontaria.

Un cartello affisso all'ingresso della filiale modenese di via Costa della Termosanitari Corradini, parla chiaro: “apertura della Nuova Termosanitari Corradini a giugno”.

E ora si conosce anche chi è protagonista di questa operazione di salvataggio. Si tratta dell'ex direttore degli acquisti, Claudio Notari, che insieme all'ex gerente del magazzino ha costituito appositamente la Nuova Termosanitari Corradini, proprio per presentare la sua proposta di acquisizione dell'azienda al responsabile della procedura di concordato preventivo.

Con questa nuova società, Notari riaprirebbe quattro punti vendita tra Modena, Bologna, Rimini e Sassuolo (capannone ormai vecchio, per cui verrà riaperto a Fiorano) e con gli stessi acquisirà una trentina di dipendenti. Ma tutto dipende dal Tribunale di Modena, che dovrà esprimersi riguardo l'ammissibilità o meno della proposta.

Oggi la Termosanitari Corradini è in concordato preventivo. Lo scorso 13 maggio i creditori hanno esaurito il tempo per poter votare l'accettazione o meno della procedura ed è stata raggiunta la maggioranza necessaria a far passare il concordato. Il rischio fallimento è, dunque, scongiurato.

Ora non rimane che attendere e capire se le proposte di acquisizione verranno accettate dal Tribunale, per poter poi rivedere (probabilmente a giugno, come recita il cartello affitto in via Costa) la riapertura dell'azienda, dopo mesi di crisi e una vertenza che ha toccato punte di tensione altissima. Già a marzo scorso erano stati attivati i contratti di solidarietà. Poi durante l’estate lo spauracchio della possibile cessazione dell'attività e i primi scioperi. Fino alla richiesta di un concordato preventivo, per scongiurare una crisi ormai acclamata e aggravata da un decreto ingiuntivo per 3,4 milioni di euro. E dopo vari incontri e iniziative di lotta, l'accordo con i sindacati per la cassa e la mobilità. E tra breve, si spera, la ripresa dell'attività.

Felicia Buonomo