Gazzetta di Modena

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Moda in Mo/ Federico, vita da fashion editor

di Maria Vittoria Melchioni
Moda in Mo/ Federico, vita da fashion editor

Corradi lavora per Collezioni Uomo rivista faro per tutti i redattori di moda venduta in tutto il mondo

21 maggio 2014
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Anche Modena ha la sua "Runaway" (la rivista protagonista del film "Il Diavolo veste Prada"): é "Collezioni" nelle sue due edizioni Uomo e Donna. La rivista è una sorta di Bibbia bilingue (ha il doppio testo in inglese e in italiano), per chi lavora nel mondo della moda e per tutti gli appasionati, che raccoglie tutte le collezioni, appunto, che hanno sfilato nel mondo.

Pre-collection, look book e accessori affiancano da qualche tempo le passerelle. Un compendio indispensabile per ogni fashion editor, che non manca mai all'interno delle redazioni come quelle di Vogue, Marie Claire, Elle, Glamour. Distribuito in tutto il mondo, "Collezioni" è un semestrale edito da Logos che può essere acquistato davvero ovunque. Victoria Beckham alcuni mesi fa ha twittato una foto della pagina del megazine dedicata alla sua collezione, ringraziando per essere stata inclusa e in redazione è conservata anche una lettera autografa di Karl Lagerfeld che si complimentava per il lavoro svolto dai redattori. La redazione è a Modena, ma ha collaboratori dislocati nelle location strategiche del fashion system e modenese è anche Federico Corradi, fashion editor della rivista dedicata alla moda maschile.

Com'è diventato fashion editor di una pubblicazione così imporante?

«La mia esperienza lavorativa è iniziata 17 anni fa come stylist. Ho iniziato a lavorare con le aziende di Carpi nel loro periodo d'oro durante il quale ogni giorno c'era un catalogo da scattare, dopo di che sono passato sempre come stylist a "La Perla" per tre anni e quelli sono stati i miei anni d'oro dove ho imparato tantissimo. Poi mi sono reso conto di essere in una gabbia dorata e 14 anni fa sono stato contattato dal gruppo Logos che pubblica "Collezioni" e sono immediatamente entrato nella redazione di "Collezioni Uomo" trovandomi molto bene con il mio editor in charge Alessandro Ferrari e arrivando alla nomina di fashion editor. Da lì sfilate, Milano moda uomo, Pitti a Firenze e poi New York, Londra e Parigi».

Qual è la tua settimana della moda preferita?

«Parigi in assoluto, ma amo anche Pitti a Firenze".

"Il Diavolo veste Prada" ha un po' falsato quella che è la vita reale dei redattori di moda». Può descriverci com'è quella vera?

«Il film ha detto cose anche veritiere come il fatto di andare in città fantastiche, ma non riuscire a visitarle perchè i ritmi di lavoro sono serratissimi. Credo che assistere alle sfilate sia la cosa primaria, il che non si limita al fatto di andare allo show che in sé per sé dura una decina di minuti, ma intessere i rapporti con il settore commerciale dei brand, con le loro pr, avere una conoscenza storica di quanto creato negli anni dagli stilisti, insomma avere un archivio mentale notevole. Nonostante le pubblicazioni cartacee stiano andando a scemare in favore delle testate online, credo che la nostra forza sia appunto avere un archivio storico di oltre trent'anni di immagini».

Ci tolga una curiosità: nelle redazioni esiste davvero quello spazio "paradisiaco" pieno di scarpe, abiti ed accessori? «Esisteva. Ora gli abiti restano in redazione il tempo di essere fotografati e poi devono essere immediatamente resi alle maison per renderli disponibili ad altre testate».

Cosa si aspetta dal futuro? «Assolutamente di continuare con questo mestiere che adoro, ma anche di sperimentare cose nuove come approfondire la mia collaborazione con "Signorina Felicita" il negozio di via Carteria 36 che fa abbigliamento handmade e per il quale ho curato la ricerca grafica per una capsule di t-shirt molto oniriche, magiche che sono piaciute già molto»