Gazzetta di Modena

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Gabrielli punzecchia i critici e inaugura il sito delle donazioni

di Francesco Dondi
Gabrielli punzecchia i critici e inaugura il sito delle donazioni

Il capo della protezione civile: «Non è stata una calamità di serie B, ma la gente merita subito risposte» Apre donazionisisma.it, portale con progetti e finanziatori. Napolitano destina fondi a Solara e Soliera

21 maggio 2014
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BOLOGNA. Era stato uno dei tanti scandali del terremoto abruzzese: le donazioni finirono nelle casse delle banche e lascia pure, come spiegarono, che servirono per sostenere i fidi alle imprese. In Italia montò il disgusto collettivo che l’Emilia, insieme a tante altre perplessità, sta cercando di sfatare. Il progetto “Open ricostruzione” è stato il primo passo verso la trasparenza: ad ogni progetto venivano associate le risorse destinate da donazioni, sms solidali e incassi dei Concertoni. Oggi c’è uno strumento in più e si chiama donazionisisma.it. È un sito web in cui ogni donatore, piccolo o grande che sia, può digitare il proprio nome e scoprire a quale progetto sia stato destinato il contributo personale. Gli importi singoli non sono indicati - ci mancherebbe - ma chiunque abbia bonificato soldi sul conto corrente solidale della Regione potrà “vantare” un piccolo mattone della ricostruzione.

E sbirciando tra i 18 progetti modenesi (polo scolastico di Solara; scuole di Camposanto; teatro comunale e ospedale Ramazzini di Carpi; palestra di Manzolino; palazzetto dello sport di Cavezzo; Casa della salute, centro sportivo e scuole medie di Finale; palasport e scuola di musica di Medolla; centro civico di Gavello; ospedale e scuola elementare di Mirandola; centro sportivo e medie di San Felice; asilo di San Possidonio; scuola media di San Prospero; castello di Soliera) si scoprono importanti donatori. Ad esempio il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha finanziato il polo di Solara e il castello di Soliera, oppure la Apple che si è concentrata su Camposanto e ancora l’Italia dei Valori su Finale, il Comune di Milano su Mirandola e il Dalai Lama su San Possidonio.

Trasparenza massima, quindi, per una tracciabilità dei fondi indispensabile ad aumentare la credibilità dell’immenso flusso di denaro arrivato da tutto il mondo in Regione. Si tratta di 32,6 milioni: 12,4 attraverso bonifici bancari o bollettini postali; 1,5 dal concerto a Bologna; 14,4 dagli sms solidali e 4,3 dal concerto al Campo Volo. Anche i messaggini attivati dalla protezione civile e i concerti hanno destinazioni precise. Gli sms serviranno al ripristino della museo della civiltà contadina di Bastiglia; ancora la scuola di Solara; la scuola di Camposanto; le sette microresidenze per anziani di Cavezzo; il centro sociale di Concordia; la casa protetta “Cialdini” di Modena; l’Abbazia di Nonantola; il polo servizi per gli anziani di Novi; il santuario di Stuffione di Ravarino; la casa del volontariato di San Prospero.

Un progetto, quello di donazionisisma.it, inaugurato da Vasco Errani e Franco Gabrielli. «Sono state fatte grandi cose - ha detto il commissario - ma non siamo qui per incensarci. I dati dicono che dobbiamo accelerare con la ricostruzione, ma anche che la macchina funziona. Manca un miliardo e a mesi credo arriverà mentre dobbiamo spingere sulla fiscalità di vantaggio. I governi hanno fatto la loro parte, la politica ha risposto, meno i tecnici...».

Ma è Franco Gabrielli a non risparmiare frecciate a chi critica. «Io lo guardo il film dall’inizio alla fine, altri escono dalla sala cinematografica. Non si può guardare il terremoto emiliano del 20 maggio senza pensare a quello del 29 e alla situazione in cui eravamo. Dicono che siamo in ritardo? Io chiedo su quali basi si misuri il ritardo visto che quanto avvenuto qui non era mai stato provato in passato. Pur nella complessiva situazione di difficoltà del Paese questa non è una disgrazia di serie B. È stato il terremoto che ha colpito un tessuto produttivo particolarmente vivo e particolarmente importante per la vita dell’intera Nazione. Ora un ripensamento complessivo sul sistema di protezione civile di questo Paese lo dobbiamo fare. Ormai siamo arrivati ad un punto in cui le ultime normative hanno creato solo grande confusione e incertezza sotto il profilo delle legittime aspettative della gente. Ecco perché serve una legge quadro sulle calamità nazionali, dove si dica ciò che un cittadino ha necessità di sentirsi dire. Quello che è stato fatto qui ha funzionato, ma l'Italia è un paese che, nella migliore delle ipotesi, va a quattro velocità. Ogni calamità e ogni territorio hanno le loro specialità».