Gazzetta di Modena

Modena

Quel rifugio chiamato Consolata

Quel rifugio chiamato Consolata

Concluso il servizio di accoglienza allestito dalla parrocchia che ha garantito vitto e ospitalità

21 maggio 2014
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Si è concluso da pochi giorni il servizio di accoglienza invernale allestito alla parrocchia della Consolata a Pontenuovo con la collaborazione della Caritas parrocchiale. Nato quasi per caso, ha garantito per tutto il periodo freddo ad alcune persone che avevano perso la casa e ogni sostegno ospitalità, vitto e assistenza. Con continuità sono state sei, ma in alcuni momenti sono arrivate anche a nove. Sono persone che da un giorno all'altro si sono trovate senza un tetto per la crisi, per lo sfratto, per problemi di vario genere, senza una rete di affetti e sostegno personale o pubblico. Così la parrocchia ha improvvisato e poi organizzato in modo sempre più attento questa accoglienza indispensabile per non lasciare persone fuori nei mesi freddi. Circa venti volontari a rotazione si sono impegnati in team che a turno hanno coperto le ore di lavoro necessarie a servire i pasti e a svolgere un servizio bisettimanale di lavanderia. Altre persone della parrocchia hanno contribuito a preparare le cene. In questo modo, con una solidarietà diffusa e sollecitata dal parroco stesso, sei persone per tutto l'inverno hanno avuto un tetto, biancheria pulita, un pasto caldo. Come sempre accade la parrocchia ha cercato anche di offrire qualcosa di più, la possibilità di stringere relazioni, di sentirsi parte di una comunità: “Il momento del pasto, simbolo principe di condivisione e convivialità – spiega il bollettino della parrocchia – è stata l'occasione per stringere relazioni, toccando realtà scomode che spesso cerchiamo dichiaratamente di evitare, nella consapevolezza di dover entrare in queste vite in punta di piedi, con discrezione, portando oltre al pasto, disponibilità all'ascolto e all'aiuto”. La parrocchia della Consolata organizza una volta al mese anche un pranzo domenicale aperto a tutti coloro che sono in difficoltà finanziaria e senza sostegno, insieme a persone della parrocchia stessa. «Non è sempre facile – chiude il parroco don Sergio Pellati – aiutare e dare soluzioni. In questa fase possiamo trovare qualche risposta solo se ci mettiamo insieme e proviamo a condividere».