Gazzetta di Modena

Modena

Torre, municipio e teatro da rifare

Torre, municipio e teatro da rifare

Sono i simboli del paese e per il recupero servono 11 milioni Aperti da mesi nuove scuole, palestre e sede comunale

21 maggio 2014
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NOVI. L'altra faccia della medaglia da analizzare riguarda l'andamento della ricostruzione pubblica. Partendo dalla premessa che circa il 90% del patrimonio destinato alla collettività è stato danneggiato, vediamo com'è mutata la situazione a due anni di distanza dal sisma. A Novi i progetti già conclusi spaziano dalla nuova sede municipale di viale Vittorio Veneto (operativa dal giugno 2013) al polo scolastico con la palestra comunale che vi sorge a fianco, passando per la caserma temporanea dei carabinieri di via don Minzoni. Per ciò che concerne l'attualità, è in corso la progettazione per ripristinare e adeguare sismicamente la sede municipale secondaria (palazzo ex-Coop), in modo tale che l'edificio torni ad ospitare sala civica, polizia municipale e sala consiliare. Su molti recuperi grava invece il vincolo della Soprintendenza: è questo il caso dello storico municipio (per il quale la stima di spesa si aggira intorno ai 3 milioni di euro) e della torre dell'orologio (1.5 milioni), mentre per il teatro sociale di milioni ne serviranno 5,8. Il polo culturale sorgerà nell'area ex-Collodi, a fianco della nuova scuola di musica. L'attuale casa protetta verrà invece abbattuta, ed una struttura con le stesse funzioni troverà spazio in via don Minzoni: nell'area ricavata dalla demolizione sorgerà invece un centro diurno. Per Sant'Antonio assume invece particolare rilevanza la costruzione del centro polivalente “PalaRotary”. A Rovereto, infine, oltre al ripristino della sala civica “De Andrè” sono state edificate la palestra e la “Casa della salute”. Tuttora in corso, invece, i lavori per la realizzazione della casa dello sport “Tina Zuccoli” (con il contributo degli alpini di Trento), il recupero del centro sportivo e il ripristino con adeguamento sismico, così come a Novi, del cimitero. Questi dati vanno però accompagnati da alcune considerazioni. Le risorse disponibili per la ricostruzione pubblica dei paesi terremotati ammonta a circa il 30% di quelle effettivamente promesse, mancando all'appello ancora un miliardo: ciò ha fatto sì che spesso intervenissero direttamente soggetti terzi disposti a finanziare le opere, come nel caso della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi per il nuovo polo culturale; l'aver intrapreso un percorso partecipato comporta inevitabilmente uno “scotto” da pagare, che si traduce nell'allungamento delle tempistiche di realizzazione dei nuovi edifici, molti dei quali ancora sulla carta; in terzo luogo molte strutture inizialmente definite come “provvisorie” si sono ben presto trasformate in soluzioni definitive (si pensi al polo scolastico di Novi); infine, ove non sussistano vincoli della Soprintendenza subentrano talvolta comportamenti imprevedibili da parte delle imprese, che, seppur sporadici, hanno generato ulteriori perdite di tempo: emblematico in tal senso il caso della gara per l'affidamento dei lavori relativi alla nuova scuola di musica, svoltasi nel 2013 e poi revocata per il ritiro dell'impresa in questione. Motivazione ufficiale: “ costi troppo elevati”, sebbene l'azienda avesse già vinto l'appalto. Da quel momento, dunque, si è colta l'occasione per apportare modifiche in senso migliorativo, estendendo la scuola di musica su due piani anziché uno. Dall'altro lato, però, ciò ha comportato lo slittamento di un anno rispetto alla tabella di marcia iniziale.

Giuseppe Vassallo