Gazzetta di Modena

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Un lutto senza fine per famiglie e amici delle 17 vittime

Un lutto senza fine per famiglie e amici delle 17 vittime

Il tempo non cancella il dolore per i morti del 29 maggio Per i crolli dei capannoni ancora non ci sono responsabili

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Diciassette morti nei drammatici momenti delle scosse del 29 maggio, ma tanti altri non inseriti negli elenchi ufficiali soltanto perché scomparsi nei giorni successivi, chi di crepacuore e chi per le ferite di quei momenti. Il Modenese paga un pesante dazio all’apocalisse che scuote la Bassa in quegli infiniti giorni di maggio e davanti ai capannoni crollati tante famiglie e amici piangono i loro angeli che non ci sono più. Li ricordiamo, perché il loro sacrificio continui ad essere un monito per la sicurezza e affinché mai più si debba soffrire per tragedie evitabili.

Biagio Santucci (24 anni), Matteo Serra (40), Paolo Siclari (37), e Giordano Visconti (33) muiono all’Haemotronic di Medolla. A Mirandola perdono la vita Mauro Mantovani (64) titolare dell’Aries; alla Bbg di San Giacomo restano intrappolati il titolare Enea Grilli (66) e gli operai Eddi Borghi (40) e Vincenzo Iacono (39). Si piange anche per il cinese Hou Hongli (33), deceduto nel crollo della casa. A Cavezzo sono tre i morti: Daniela Salvioli (44) del mobilificio Malavasi, Iva Vanna Contini (54) travolta dal crollo dell’ex Oece ed Enzo Borghi (72) centrato da un pezzo di cornicione. Alla Meta di San Felice restano intrappolati l’ingegnere Gianni Bignardi (55) e gli operai Mohamad Azarg (46), di origine marocchina e residente a Finale e l’indiano Kumar Pawan (31). A Concordia, Sergio Cobellini (68) viene colpito da una tegola in via Della Pace. Rovereto, invece, rimane senza il parroco don Ivan Martini (65) sorpreso in chiesa mentre cerca di salvare una statua della Madonna. E ancora nei giorni successivi i lutti continuano: la cavezzese Liviana Latini (65), la 102enne sanfeliciana Nevina Balboni e la 38enne finalese in dolce attesa Martina Aldi.

Un ricordo delle 17 e oltre vittime del sisma modenese si terrà il 29 maggio, alle 10,30, alle scuole Montanari di Mirandola.

Ma per quei morti ancora non c’è giustizia. O meglio, continuano a non esserci responsabilità. La magistratura continua ad indagare, ma con il tempo diversi indagati stanno uscendo dall’iter processuale. Colpe, almeno fino ad oggi, non ne sono state trovate. I periti continuano ad analizzare le carte, ma quelle macerie non sembrano avere colpevoli. I progettisti hanno seguito le normative dell’epoca e anche coloro che hanno fornito le agibilità temporanee nei giorni successivi al 20 maggio avrebbero rispettato la legge. E parallelamente ai procedimenti penali si muovono quelli civili con richieste di risarcimento milionarie, ma anch’essi ancora da concludere. Un colpevole morale però c’è: la dignità che il lavoro dà. Ecco i nostri 17 morti se ne sono andati con grande dignità, quella degli emiliani veri. (f.d.)