Gazzetta di Modena

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Il metanodotto misterioso spaventa Serramazzoni

Il metanodotto misterioso spaventa Serramazzoni

Scaduti i termini per opporsi e a giugno chiude anche la conferenza dei servizi I grillini: «Nessun confronto, ma danneggeranno boschi e falde a Cornazzano»

22 maggio 2014
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SERRAMAZZONI. Una condotta di gas ad anello, che taglia il territorio di Serra per servire quello di Pavullo, compromettendo anche il bosco di Cornazzano, sia per la vastità dell’intervento sia per il timore di danni irreparabili alle falde acquifere. Continua così a suscitare preoccupazioni un’opera passata in sordina, e sfuggita a quanti non hanno tempo e passione per passare al setaccio l’albo pretorio del Comune, o non abbiano già ricevuto la visita di emissari della Snam, che propongono accordi bonari per accelerare l’iter. Intanto i tempi per presentare le osservazioni sono già scaduti a marzo, e in giugno la conferenza dei servizi concluderà il suo iter autorizzativo.

La questione, già fatta propria dai privati proprietari dei terreni che si sono visti comunicare l’iniziativa, viene ripresa dal Movimento a Cinque Stelle di Serra. Il consigliere Francesca Marzani ha chiesto che se ne possa discutere pubblicamente, prima che sia tardi: «Anche in questa vicenda - dice una nota della Marzani - registriamo la scarsa capacità dell’Amministrazione Rubbiani di stimolare la partecipazione della cittadinanza in merito ad importanti questioni ambientali... con ogni probabilità dovremo assistere impotenti alla realizzazione di un nuovo tratto dell’esistente metanodotto, che per mesi o forse anni rovinerà l’immagine del nostro bel territorio. Parliamo di un’opera faraonica promossa dalla ditta Snam rete gas che interessa il territorio di Serra, ma che non porterà alcun beneficio ai serramazzonesi, anzi porterà solo disagi: una “trincea” profonda circa 2 metri e gallerie scavate attraverso il nostro territorio per circa 4,8 km, per la posa di una nuova tubazione, e di circa 5,3 km per la rimozione di quella vecchia. In mezzo a questo anello, è ormai certo che i cittadini attoniti si troveranno a passare i mesi estivi tra escavatori, trivelle, camion e cingolati. Si dice che l’opera venga realizzata perché un breve tratto della tubazione esistente a ridosso della Nuova Estense (300 metri in località Vaglio) sarebbe interessato da una frana. In realtà la tubazione si è rotta soltanto 2 volte negli ultimi 40 anni e per questo si dice sia necessario rimuovere l'intero tratto del metanodotto oggi utilizzato (5,3 km) posizionando un nuovo tubo (di 4,8 km) che partirà da San Dalmazio, passerà anche con un tunnel sotto al borgo storico di Cornazzano per poi proseguire fino a ricongiungersi con la tubazione esistente, proprio in corrispondenza della stessa località già interessata dalla frana».

Sia per la rimozione dell'esistente che per la posa del nuovo tubo si prevedono piste larghe da 12 a 14 metri, per consentire il passaggio dei mezzi meccanici: questo significa anche disboscare un lungo tratto visibile dalla Nuova Estense.

«Di fronte a questo scenario non riusciamo a trovare alcun vantaggio per la collettività, se non per qualche soggetto che potrà edificare laddove il vecchio tubo non ci sarà più». Poiché la variante “localizzativa” del metanodotto dovrà ottenere una espressione favorevole del Consiglio Comunale, prima dell’ultima e decisiva Conferenza dei Servizi (18 giugno), “Serra a 5 Stelle” annuncia il voto contrario, e un'interpellanza.