Gazzetta di Modena

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Lugli: «Tsipras per uscire dal rigore»

Lugli: «Tsipras per uscire dal rigore»

Il modenese con la lista di sinistra: «Non ci rendiamo conto che in Europa, fino ad ora, abbiamo salvato solo le banche»

22 maggio 2014
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Stefano Lugli è l’unico modenese in lizza per le Europee nella lista Tsipras: «Questa è l’unica lista di sinistra - spiega che c’è in questa competizione elettorale. L’unica lista che ha davvero un progetto e un respiro europeo che non parla solo all’Italia, come stanno facendo le altre liste, ma ha davvero l’ambizione di cambiare l’Europa. In questo senso la proposta di Tsipras è una proposta europea, una proposta per tutti: dall’Italia alla Germania, fino alla Grecia».

Un progetto nuovo ma dagli obiettivi ambiziosi: «Obiettivo principale della lista è quello di fermare le politiche di rigore e di austerità che ci stanno rendendo più poveri e con meno diritti. Noi ci troviamo di fronte alla certificazione del fallimento delle politiche di rigore, che chiunque può vedere: da quando sono state imposte le misure di austerità e ci avevano promesso che l’economia sarebbe stata risanata, ci siamo trovati di fronte ad una disoccupazione mai così alta, con 3,3 milioni di concittadini a casa dal lavoro. In più il debito pubblico è schizzato verso l’alto e il Paese è in costante recessione. Questa situazione non è frutto del destino o di un caso, ma ha nomi e cognomi: i responsabili di questa situazione sono le politiche di rigore portate avanti dalle larghe intese in Italia come in Europa. Il 90 per cento delle politiche che poi cadono sulla testa dei cittadini sono decise da una grande alleanza di popolari e socialisti che in Italia si traduce in intesa tra Pd e centrodestra, che è la destra più becera d’Europa che abbiamo noi in casa. Quindi un voto di sinistra anche contro le larghe intese».

Nel mirino soprattutto la manovra economica: «In concreto noi proponiamo una conferenza europea sul debito che abbia l’obiettivo di ridiscutere il livello europeo e non del singolo stato in materia di debito pubblico. Questo perché non si tratta di un problema del singolo, ma la crisi nasce dalla speculazione sugli interessi sul debito, frutto del mancato controllo democratico e politico sugli istituti europei: la Bce è la principale causa della crisi in cui noi oggi ci troviamo. È un circolo vizioso: sono risposte inutili. In Grecia cosa è successo? Abbiamo salvato le banche e i loro interessi, non un Paese. Fermare questo meccanismo è vitale per uscire dalla crisi. Fermare quei trattati europei che ci stanno impoverendo sul fiscal compact. La gente deve sapere che nel 2016 dobbiamo tagliare altri 50 miliardi di euro per rispettare parametri folli, che sommati ai 100 miliardi di interessi che l’Italia paga, ci porterà esattamente come alla situazione della Grecia, dove nessuna spending review può far fronte a questo problema. Se Renzi fa fatica a trovarne 8 di miliardi per i famosi 80 euro in busta paga, figuriamoci che cosa potrà succedere...».

Ma il programma non si ferma qui: «Il terzo punto riguarda direttamente la nostra vita quotidiana. Io voglio che ci siano diritti uguali per tutti i lavoratori europei. Ci vuole un salario minimo europeo che stabilisca condizioni minime, tutele minime europee per le condizioni di lavoro e in modo tale che non ci siano delocalizzazioni improvvise. Tutto va fermato con regole europee, diritti e condizioni di lavoro che siano uguali per tutti. Mi piace chiamarlo come una sorta di statuto europeo dei lavoratori».

La lista promette anche un’attenzione particolare al nostro territorio: «L’Emilia è oggi il cantiere più grande d’Europa e dal punto di vista di ricostruzione privata, sostegno fiscale e ripresa economica sul territorio serve un’attenzione diversa verso chi, come la nostra terra, produce un pezzo importante della ricchezza europea. Mi riferisco alle forme di sostegno fiscale, che nonostante l’impegno trova l’opposizione della ragioneria di Stato. Sono cose insensate che vanno riviste».

Poi l’appello al voto: «Il nostro obiettivo è superare nel migliore modo possibile la soglia del 4 per cento - chiude Lugli - Da Rifondazione a Sel, fino alla sinistra dell’associazionismo, la lista Tsipras rappresenta tutte quelle storie di lotte e vertenze che si sono sviluppate sul territorio, nascendo dal basso e cercando di rappresentare tutti coloro che possono vantare diritti».

Davide Berti