Gazzetta di Modena

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Protesta Lav all’università: salvate le quindici scimmie

Protesta Lav all’università: salvate le quindici scimmie

Sono macachi chiusi nello stabulario e utilizzati da anni in una ricerca scientifica Si teme che vengano ceduti ad altri laboratori. Sabato animalisti in via Campi

22 maggio 2014
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“Liberate i macachi”: è questa la richiesta fatta all’Università di Modena e Reggio Emilia dalla Lega anti vivisezione, pronta ad inscenare una protesta sabato.

La diatriba riguarda una ricerca sui meccanismi cognitivi del cervello svolta da circa 9 anni dal dipartimento di Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze su macachi, scimmie antropomorfe, custoditi nello stabulario. Ma il problema va oltre il dibattito sulla vivisezione. Perché in tal senso, a Modena, Università e Lav hanno già trovato un accordo anche grazie alla mediazione dell’ufficio Diritti Animali del Comune: un macaco è stato liberato dallo stabulario nel 2012 e consegnato al centro di recupero fauna esotica di Monte Adone e c’è l’impegno dell’ateneo a ridurre il numero di macachi e a non sostituire quelli ceduti o morti. Accordo che, unito all’entrata in vigore nel marzo scorso del decreto che vieta l’allevamento di cani, gatti e primati da laboratorio, dovrebbe sancire la fine di queste sperimentazioni sui primati e portare a concentrarsi su ricerche alternative.

La protesta ora si sposta sul destino dei circa quindici macachi ancora presenti nello stabulario. Il timore è che possano essere soppressi o ceduti ad altri laboratori, quando la Lav di Modena si sarebbe offerta di prendersene cura come già fatto con il macaco liberato nel 2012.

Da qui nasce la protesta che sabato, alle 15, porterà gli attivisti in via Campi 287, dove si trova il dipartimento interessato e lo stabulario. Lav ha anche chiesto un incontro al rettore, Angelo Andrisano, che già dopo il suo insediamento nel novembre scorso era stato contattato dall’onorevole Brambilla con la richiesta di sospendere la ricerca sui macachi.

La biologa Michela Kuan, responsabile del settore vivisezione della Lav, ha spiegato sul sito dell’associazione l’obiettivo di tale incontro: «La speranza è che il rettore, memore anche dello scandalo del laboratorio abusivo di Mirandola che ha messo in cattiva luce l’intero Ateneo, voglia fare innalzare la ricerca modenese perché questa diventi competitiva con il contesto europeo, che sempre più si rivolge a metodi di ricerca senza animali, unendo scienza e etica».

Marco Costanzini