Gazzetta di Modena

Modena

Confcommercio contro il Comune

Modena. Azione legale dell’associazione, che contesta l’imposta di pubblicità

23 maggio 2014
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«Siamo perplessi sulla mancanza di risposte da parte dell’amministrazione e appoggiamo la battaglia legale intrapresa da uno dei nostri associati contro le cartelle comunali, nella speranza di risolvere la questione e fare luce sulla materia». Spiega così il dirigente di Confcommercio di Modena, Alberto Crepaldi, la decisione dell’associazione di promuovere l’azione legale intrapresa da Francesco Palermo, affermato imprenditore con diversi punti vendita di oggetti preziosi, oreficeria e orologeria a Modena, che si oppone al pagamento di una serie di cartelle comunali relative all’imposta di pubblicità.

«Un’azione pilota – specifica Crepaldi – che servirà a chiarire le posizioni; riteniamo infatti che l’Amministrazione e il suo braccio operativo ICA abbiano dato un’interpretazione abusiva dell’applicazione dell’imposta sulle insegne con marchi di franchising, introducendo una distinzione tra insegne di esercizio di cui la normativa nazionale non parla». In questo modo, sarebbero, secondo Confcommercio, circa 300 gli esercizi commerciali a Modena, così come altri in Italia con marchi non propri, che pagherebbero una sanzione in realtà non dovuta e che, secondo la normativa nazionale, andrebbe invece applicata solo alle insegne con una superficie complessiva superiore ai 5 metri quadri.

«Abbiamo insegne di franchising dal 1996 con marchio Swatch – dichiara Palermo – e sono sempre state equiparate a insegne di proprietà. L’anno scorso invece abbiamo trovato una cartella "anomala" e siamo stati sanzionati. Interrogato più volte, il Comune, non ci ha fornito risposte, se non un’ulteriore ingiunzione a pagare». È stata intrapresa l'azione legale, che l'imprenditore sostiene di portare avanti non tanto per la cifra delle cartelle, di circa 2500 euro, ma per un principio, «considerando – prosegue – che in altri Comuni, come Parma, siamo esenti da tale imposta, come confermano recenti pronunciamenti giurisprudenziali».

Sabrina Fiorini