Gazzetta di Modena

Modena

Una foto una storia/ «Noi, islamici e anche modenesi» - FOTO - VIDEO

di Laura Solieri
Una foto una storia/ «Noi, islamici e anche modenesi» - FOTO - VIDEO

La Casa della Saggezza dal 2007 lavora per il dialogo. L’impegno dopo il sisma e per i più sfortunati

23 maggio 2014
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Al convegno tenutosi in città sul tema “I Musulmani d'Italia, un valore aggiunto” promosso da Partecipazione e Spiritualità Musulmana, durante il quale si è discusso dell'identità e del contributo dei musulmani, la rubrica incontra alcuni componenti dell'associazione Casa della Saggezza, Misericordia e Convivenza nata a Modena nel 2007 con lo scopo di promuovere la solidarietà, il dialogo interreligioso e la conoscenza della cultura, della religione e delle tradizioni islamiche. «Ma da voi esiste il sole? Quando sono arrivata in Italia questa è una delle domande più incredibili tra le tante che mi sono state fatte» ricorda El Mokhtari Ghizlane, che nel 1980 dal Marocco è arrivata in Sicilia dove ha vissuto per 23 anni e nel 2005, dopo una permanenza in Veneto, si è trasferita per lavoro a Modena con il marito Mourchid Abdelmajid. «Ci sono due tipi di processi migratori: quello legato all'arrivo in un paese quando si è minorenni che è molto diverso dalla migrazione adulta. Essi si collegano a due tipi di interazioni diverse con la società: quella legata al mondo della scuola e quella del mondo del lavoro -spiega Adil Laamane, mediatore culturale e presidente dell'associazione - Io sono arrivato a Modena che avevo 17 anni e mi sono diplomato al liceo classico San Carlo nel 1996. A 14 anni da Casablanca mi sono trasferito a Palermo e anch'io di domande strane ne ho ricevute parecchie dai miei compagni delle scuole medie: ma voi usate il cammello per spostarvi? Le strade le avete? Avete le carote? - sorride Adil - Durante gli anni delle superiori a Modena, per mio interesse personale stavo sempre in classe durante l'ora di religione cattolica, che spesso offriva stimolanti momenti di confronto con la mia religione: i compagni mi facevano molte domande e preferivano scoprire la mia religione attraverso i miei racconti piuttosto che dai libri».

Le attività dell'associazione sono tantissime: presso la sede in via Portogallo vengono svolte lezioni di italiano, conferenze sulla sanità, incontri con le Forze dell'ordine, lezioni di arabo e di cucina araba. «Le cose che organizziamo sono tutte aperte alla cittadinanza - afferma Rizki Mohamed, responsabile culturale dell'associazione che conta più di mille frequentatori - Siamo certi che l'integrazione sia un processo difficile e noi vogliamo fare la nostra parte per facilitarlo. Quando c'è stato il terremoto ho detto a mia figlia: torniamo in Marocco. La sua risposta è stata: papà, il Marocco va bene per le vacanza, la nostra vita è qui». Così l'Avis va in via Portogallo a raccontare la propria attività e i bambini musulmani insieme ai partigiani dell'Anpi cantano e imparano le vecchie canzoni di guerra e la storia della Resistenza, le donne partecipano alle iniziative cittadine dell'8 marzo e l'associazione apre la Moschea alle visite delle scolaresche modenesi. «Durante il terremoto - concludono i soci di Casa SMC - abbiamo ospitato 30 famiglie per più di un mese; in inverno diamo ospitalità a chi è per strada; di sabato organizziamo cene di comunità aperte a tutti, soprattutto a chi si trova in difficoltà economica. Ci sentiamo cittadini italiani, i nostri figli sono nati qui e contribuiscono all'arricchimento culturale di questo grande paese. La cittadinanza non ha colore o religione, siamo tutti cittadini con doveri e diritti e siamo tutti chiamati a collaborare perché la pace regni sovrana su questa città».

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