Gazzetta di Modena

Modena

I sindacati replicano a Squinzi

«Rivedere le regole del tempo indeterminato non è la soluzione ai problemi»

24 maggio 2014
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«Rivedere il modello del contratto a tempo indeterminato per incoraggiare le imprese a utilizzarlo». È la richiesta, l'ennesima, che il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, ha presentato al ministro del lavoro Giuliano Poletti.

In assenza delle risorse necessarie sono circa 5mila i lavoratori modenesi che rimangono ancorati alle aziende proprio grazie agli ammortizzatori in deroga. «I dati sono drammatici – spiega Tania Scacchetti, segretario provinciale Cgil – Nel primo quadrimestre di quest’anno in Emilia Romagna di parla di un aumento di 6 milioni di ore di cassa in deroga rispetto al 2013. Un dato che, tradotto, significa 30mila lavoratori, di cui circa 5mila a Modena. Si tratta di dipendenti di pmi o di imprese che hanno esaurito gli ammortizzatori ordinari. La preoccupazione è che questi si trasformino in licenziamenti». Più in generale, invece, Tania Scacchetti pone l'accento sulla tanto agognata flessibilità, «una ricetta – dice – che non è stata vincente negli ultimi anni. Rivedere le regole del tempo indeterminato non è la soluzione ai problemi. Non esiste il problema della mancanza di forme di ingresso temporaneo nel mercato del lavoro a Modena. Anzi l'apprendistato, che noi abbiamo fortemente incentivato, è una forma decisamente sottoutilizzata nella nostra provincia, perché le imprese, di fronte alla situazione di instabilità, preferiscono la flessibilità. Il nostro giudizio sul Decreto Lavoro, sulla liberalizzazione dei contratti a termine, non a caso, è negativo, perché non è questo il problema per il mercato del lavoro».

«Serve un patto territoriale – dice William Ballotta, segretario Cisl – per rimettere al centro il lavoro in una strategia ampia e condivisa. Altrimenti si tratta soltanto di regole, necessarie certamente ma inutili se prive di una progettualità concreta. Esprimiamo un giudizio positivo, ad esempio, per il progetto Garanzia Giovani, per il quale il presidente Squinzi si è detto disponibile a collaborare, anche attraverso i fondi interprofessionali».