Gazzetta di Modena

Quella rapina, a metà dicembre dell’anno scorso, non doveva proprio farla. Perché non solo si è trovato di fronte un tabaccaio reduce da un colpo avvenuto proprio la settimana prima e quindi con il dente avvelenato, un tabaccaio che è un ex poliziotto e che aveva pure una scacciacani da usare in casi estremi, come appunto quello che gli si è presentato di nuovo.

Non solo: non appena se l’è vista brutta ed è scappato riponendo il cacciavite che aveva usato come arma, il nostro rapinatore si è imbattuto non in un inseguitore qualsiasi (sebbene merce rara, a volte qualche “volontario” che s’improvvisa paladino s’incontra), bensì in un giocatore di rugby . Un rugbista ben rodato che, in quel di via Ganaceto, aveva pure il pubblico entusiasta formato dagli avventori di Ermes a spronarlo all’inseguimento e all’azione risolutiva. Affrontato, scacciato pure con un colpo di scacciacani esploso in aria, placcato ed arrestato. E ora condannato. Ieri mattina in tribunale a Modena questo sfortunato rapinatore in erba, un sassolese di poco meno di quaranta anni, è stato condannato a due anni e otto mesi: sconterà la pena agli arresti domiciliari all’interno di una comunità di recupero.

D’altra parte l’uomo veniva proprio da questo percorso: soffrendo di dipendenza da sostanze stupefacenti, per cercare di cambiare vita e disintossicarsi aveva intrapreso un percorso educativo e riabilitativo all’interno di una comunità. Ma ebbe una fase critica e non riuscendo a mantenere l’impegno che si era prefissato, aveva ripreso la vecchia strada della droga.

Era incensurato, non aveva mai compiuto reati come furti, scippi o rapine, colpi classici dei tossicodipendenti per procurarsi denaro per la droga. Sino a quel tredici dicembre quando, verso le 13, decise di rapinare la tabaccheria di via Ganaceto, all’angolo di via Belle Arti. Un insuccesso, come detto, su tutti i fronti.

Stefano Totaro