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Scialpinista morto: il toccante ricordo della figlia

È tenero e toccante il ricordo di Alberto Manzini scritto dalla giovanissima figlia Giulia sulla pagina Facebook del padre. Un ultimo saluto, scritto a poche ore dalla tragedia, che molti amici del...

26 maggio 2014
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È tenero e toccante il ricordo di Alberto Manzini scritto dalla giovanissima figlia Giulia sulla pagina Facebook del padre. Un ultimo saluto, scritto a poche ore dalla tragedia, che molti amici del 49enne modenese hanno voluto condividere. In quelle parole hanno ritrovato l’Alberto che conoscevano: ottimista, positivo e sempre pronto ad aiutare ed insegnare.

«Il mio papo - scrive Giulia - era una persona gentile, altruista, matura, responsabile, generosa. Il mio papo era un padre perfetto e con padre perfetto non intendo quello che mi riempiva di regali... Era l'unica persona che mi capiva, mi ha sempre appoggiata, non mi ha mai lasciata. Lui non era solo un padre, ma anche un amico. Un amico sincero, un consigliere, mi spronava sempre a dare il massimo e mi aiutava quando ero in difficoltà».

«Era già lì, sulla mia scrivania pronta la lettera per i 50 anni, lettera in cui lo ringraziavo per tutto quello che ha sempre fatto per me, per noi, per la famiglia. Per averci dato le basi per vivere al meglio. Un meglio che faró fatica a raggiungere senza di lui. Perché credetemi sulla parola: era, é, e resterá essenziale. Con una briciola della sua perseveranza e voglia di mettersi sotto giá starei bene. Mio padre non mollava mai:sbagliava, bene diceva, riproviamo! Ed è con gli insegnamenti che mi ha dato che cercherò di andare avanti, lo faró per lui e soprattutto per la mia mamma. Mi ricordo che un giorno, tornando di allenamento mi disse: “Finalmente vedo tua madre”. Ed io: “Come mai finalmente?”. E lui rispose: “”Perché la amo da impazzire”. Tutti i giorni - prosegue Giulia - per 14 anni ho avuto l'esempio più vero e sincero dell'amore. Erano bellissimi insieme. E lotterò per far stare bene mia madre, se lo merita. Combatteremo uniti, per papà, per noi, alla ricerca di quella felicità che mio padre aveva quando ritornava da una delle sue uscite».